domenica 16 agosto 2015

GLI ERRORI UMANI

Gli errori umani originano sempre dall' ignoranza...che ci rende incapaci di comprendere il modo giusto in cui agire.
Ogni errore che non viene corretto o compreso, rafforza in noi l'illusione dell' ONNIPOTENZA...il miraggio di SAPERE più di quello che in realtà sappiamo...e questo fin dalla più tenera età.

HOBBES diceva: "non imparare dai tuoi errori, impara dagli errori degli altri così che tu possa non farne"
Perché la realtà è che l'errore più grande è quello da cui non impariamo nulla.
Ed è questo l'unico,vero grande PECCATO.


Se noi esseri umani OGGI decidessimo di unire tutte le nostre capacità e di CONCENTRARCI nella risoluzione dei problemi che affliggono il MONDO, entro il tramonto avremmo costruito un PIANETA migliore...
...ma la VERITÀ e che questo non accadrà mai...perché al mondo ci saranno sempre troppe persone egoiste che farneticheranno di avere cose più importanti da fare...
(e queste cose, guarda caso, riguardano sempre e unicamente loro)

giovedì 6 agosto 2015

IMMIGRAZIONE ED IGNORANZA DELLA RETE - METTIAMO I PUNTINI SULLE "i"


(post preso dalla mia pagina facebook)



IERI MI E' CAPITATO DI ‪#‎VEDERE‬ IN RETE QUESTA ‪#‎IMMAGINE‬, CON I SOLITI ‪#‎COMMENTI‬ ‪#‎RAZZISTI‬.

COME HO GIA' FATTO IERI, CI TENGO A METTERE I PUNTI SULLE "i" UNA VOLTA PER TUTTE, VISTA L'‪#‎IGNORANZA‬ DELLA ‪#‎RETE‬, e prego tutti coloro che hanno un cervello tra le orecchie, di condividere:

1 - le ‪#‎imposte‬ in italia sono dirette ed indirette...sul ‪#‎redditto‬ e sulla spesa...chiunque spenda anche solo un euro in italia, versa circa 0,45 cent nelle casse dello stato. quindi circa il 45%.


2 - sui "supposti" 35 euro\giornalieri agli ‪#‎immigrati‬, entrano nelle tasche di questi ultimi solo un piatto di pasta ed una saponetta a settimana. Quando va bene, talvolta, un "contributo" che è stato calcolato in circa 5 euro a settimana\per ‪#‎rifugiato‬. Facendo calcoli approssimativi di quei 35 euro\giorno entra nelle tasche del rifugiato circa 0,60 cent al giorno. Con un conseguente prelievo da parte dello ‪#‎STATOITALIANO‬, degli enti e delle varie cooperative, maggiore del 90%.

3 - QUEI SOLDI NON SONO NE' NOSTRI, NE' DELLO STATO ITALIANO, NE' DI NESSUN ‪#‎CITTADINOITALIANO‬. SONO SOLDI DESTINATI DALL'‪#‎EUROPA‬ (e dal resto del mondo) PER IL FONDO EMERGENZA PROFUGHI...E CHE NON PROVENGONO ASSOLUTAMENTE DALLA TASSAZIONE INTERNA A NESSUNO DEI PAESI DELL'AREA ‪#‎EURO‬.
QUINDI IL PRELIEVO DI QUEL 90% DA PARTE DI STATO ITALIANO, ENTI LOCALI E ‪#‎COOPERATIVE‬ VARIE E' TOTALMENTE ‪#‎ILLEGALE‬...OLTRE CHE ‪#‎INFAME‬! DATO CHE LO SI APPLICA SOLO AI PROFUGHI, RUBANDO LORO I SOLDI CHE QUALCUN'ALTRO CI HA INVIATO PER AIUTARLI.

4 - Le imposte sul reddito, nel nostro paese, si applicano a ‪#‎contribuenti‬ con un reddito annuo superiore ai 6000 euro (salvo casi specifici).
Che tradotto vuol dire che, nel nostro paese, le tasse le paghi se superi i 6000 euro di guadagno (certificato).
A voi, quelle nella foto, sembrano persone che superano i 6000 euro l'anno?!

5 - l'italia ha un evasione fiscale di 170.985.324.087 euro, spende in gratta e vinci e lotterie 29.637.645.241 euro, spende in ‪#‎droga‬ al giorno 288.000.000 euro...
quel "QUINDI PAGA LE ‪#‎TASSE‬ COME ME" mi sembra alquanto infelice ed ipocrita, se scritto da un cittadino italiano, sia esso bianco, nero o giallo.

6 - Postate meno ‪#‎CAZZATE‬ ‪#‎RAZZISTE‬ ed uscitevene all'aria aperta.
Fuori c'è il ‪#‎sole‬.
Farete un gran favore al vostro corpo ed alla NOSTRA mente...grazie!

IL PECCATO

Gli errori umani originano sempre dall'ignoranza...che ci rende incapaci di comprendere il modo giusto in cui agire.
Ogni errore che non viene corretto o compreso, rafforza in noi l'illusione dell' onnipotente...il miraggio di sapere più di quello che in realtà sappiamo...e questo fin dalla più tenera età.
Hobbes diceva: "non imparare dai tuoi errori, impara dagli errori degli altri così che tu possa non farne"
Perché la realtà è che l'errore più grande è quello da cui non impariamo nulla.
Ed è questo l'unico,vero grande PECCATO.



IL PROBLEMA...

Se noi esseri umani oggi decidessimo di unire tutte le nostre capacità e di concentrarci nella risoluzione dei problemi che affliggono il  mondo, entro il tramonto avremmo costruito un mondo migliore...
...ma la  verità e che questo non accadrà mai...perché al mondo ci saranno sempre troppe persone egoiste che farneticheranno di avere cose più importanti da fare...
(e queste cose, guarda caso, riguardano sempre e unicamente loro)

Il problema è che, al contrario di ciò che molti vogliono far credere, tutti sappiamo che vivere BENE è molto più difficile di vivere MALE, costa una maggiore responsabilità...una maggiore forza di volontà...ma sopratutto richiede una logica ed una razionalità sempre presenti.
Mi spiego meglio:

Una persona che accumula sbagli su sbagli, senza mai ricercarne le cause, che è preda degli eventi, che non cerca di migliorare ne se stesso ne gli altri...beh...una persona del genere può vivere benissimo senza il peso delle responsabilità delle proprie azioni, perchè il successo di ciò che fa OGGI, è condizionato dagli insuccessi accumulati IERI(da egli stesso o dalle persone che ha deciso di mettersi accanto)...per queste persone NON E' MAI COLPA LORO se qualcosa non va...(e nella "loro" logica, il discorso sembra filare)..
...se un domani la stessa persona si ritrovasse (paradossalmente) a dover ricominciare DAVVERO da zero...beh...qui inizierebbe il vero dilemma...perchè da quel momento in poi, la responsabilità unica delle sue azioni, ricadrebbe direttamente su di lui. Senza possibilità di poter dare la colpa ad altri, al caso o al passato...

quante persone conosci che sarebbero disposte ad assumersi questa responsabilità?

domenica 14 giugno 2015

Che fantasia i razzisti italiani

articolo tratto dal sito: http://espresso.repubblica.it

Desta vivo interesse in tutto il mondo il fenomeno del razzismo made in Italy: nessun altro popolo è in grado di produrre forme di razzismo sempre nuove, diverse, fantasiose come noi italiani. Confermando un primato indiscutibile nato ormai quasi un secolo fa con il fascismo.


IL FASCISMO Chi avrebbe mai pensato che un panzone di provincia dalla mimica ridicola sarebbe riuscito a convincere un popolo di brevilinei denutriti e semianalfabeti di essere una razza superiore? Eppure Mussolini ci riuscì, con un capolavoro di autosuggestione eguagliato - forse - solo dai nord coreani dei nostri giorni, convinti dai loro capi che alcuni scaffali pieni di grossi petardi siano "un arsenale nucleare". Grazie all'alleanza con un omino nevrastenico, Adolf Hitler, diventato famoso per avere vinto il concorso internazionale "i baffi più buffi" (al secondo posto si classificò Buffalo Bill, al terzo Oscar Giannino), il nazifascismo riuscì a sterminare qualche milione di esseri umani nei lager, più qualche altro milione di morti nella seconda guerra mondiale, e ancora oggi viene allegramente commemorato, in tutta Italia, con souvenir, cimeli, etichette di vino rosso, simpatiche osterie dove si festeggia il primo artefice del razzismo moderno.

I LEGHISTI Il leghismo è un importante movimento xenofobo che si fonda sul principio che Varese è molto meglio di Parigi. Si distingue in leghismo delle valli e leghismo di pianura. Il leghista di valle fa rotolare dai crinali grossi massi contro i forestieri, emettendo un grugnito di esultanza quando il bersaglio viene centrato e un grugnito di delusione quando il masso centra la propria abitazione più a valle, distruggendola. Il leghista di pianura, che non può contare sul favore della pendenza, fa rotolare grossi massi contro lo straniero aiutandosi con un muletto e percorrendo anche molti chilometri, rotatorie comprese. Rispetto al leghista delle valli emette grugniti più evoluti, e in alcuni casi grugnisce con il congiuntivo. 

ULTRAS DEL NORD Si tratta di energumeni tatuati, con il cranio rasato, che si muovono in branco. Odiano i negri e gli ebrei, non ricambiati perché né i negri né gli ebrei hanno mai trovato il tempo per odiare i bergamaschi. Ritenendosi erede delle orde barbariche, ogni ultras che si rispetti, come rito di iniziazione, depreda un autogrill, ma rimane molto male quando si accorge che la cassiera, terrorizzata e in lacrime, è sua sorella Deborah. Il suo bottino medio è una confezione di cantuccini, una bottiglia di limoncello e un pacchetto di Ms. Nella classifica mondiale del bottino di tutti i tempi, quello dell'ultras che svaligia un autogrill è al penultimo posto. All'ultimo c'è il bottino di una piroga pirata della Melanesia che durante una trasferta a Tonga rubò una noce di cocco. 

ULTRAS ROMANI Si tratta di energumeni tatuati, con il cranio rasato, che si muovono in branco. Odiano i negri e gli ebrei, non ricambiati perché né i negri né gli ebrei riescono a capire una sola parola di quello che dice, strillando, un facchino di Centocelle ubriaco di birra. Lo striscione più lungo della storia del tifo è stato appeso lo scorso campionato all'Olimpico, partiva dalla curva e percorrendo quasi tutto il Lungotevere arrivava fino quasi a Porta Portese. Diceva: "Onore e gloria al coraggio della nostra sfida, il nostro abbraccio è più forte della vostra vigliaccheria, dove osano gli arditi c'è solo la nostra gratitudine, infami state attenti, sempre vivi Zeppo e Turcio nei nostri cuori, le nostre bandiere sono tre metri sopra il cielo, un cappuccio e un maritozzo tre euro è un furto, vergogna Giggi". Per riavvolgerlo i capi ultras hanno impiegato una notte intera, con l'aiuto degli assistenti sociali. La curva fascista della Lazio e la curva fascista della Roma si odiano, ma per evitare guerre intestine preferiscono picchiare i gay, in venti contro due per dimostrare che non si sottovaluta il flagello dell'omosessualità.

lunedì 11 maggio 2015

IN ITALIA NON ESISTONO NEGRI INTEGRATI

In ‪‎Italia‬ non esistono ‪negri‬ integrati.
 
Il "‪‎negro‬" ,in questo paese, FA ‪COLORE‬! Non si può essere ‪attori‬,‪ giornalisti‬, ‎presentatori‬, personaggi dello spettacolo e negri allo stesso tempo, a meno di non fare "cose da negro".
In Italia ci sono: l'‪attore‬-negro che "fa il negro", il ‪giornalista‬-negro che parla solo di immigrazione, persino ad un ‪presentatore‬-negro(che tra l'altro nel 2015 ancora non esiste) verrebbe confezionata una trasmissione "da negro".

Fino a poco fa era fuori discussione anche giocare in nazionale, per un negro, ma poi finalmente hanno capito che l'ignoranza, l'analfabetismo e la tamarraggine non hanno colore...ed ecco il nostro super mario-negro-‪#‎balotelli‬.

Se parliamo dello scrivere ‪libri‬,la storia è la medesima(vedi in alto alla voce "giornalista-negro"): puoi essere bravo quanto vuoi e scrivere romanzi all'altezza di Thomas Gray, ma se sei negro il tuo ‪#‎romanzo‬ DEVE parlare di negri.

Per quanto concerne il lavoro di ‪danzatore‬ ho conosciuto NEGRI con una tecnica (classica e non) ed una potenza fisica esplosiva, essere rimpiazzati da ballerini MENO BRAVI solo perchè alla produzione IN QUELL'OCCASIONE NON SERVIVANO BALLERINI DI COLORE (senza specificare mai di quale colore, come se gli italiani fossero in bianco e nero)

Stendiamo,poi, un velo pietoso sul primo ministro negro della storia d'italia‪ ‎CECILEKYENGE‬, un medico-chirurgo-negro-donna a cui invece del ministero della salute viene dato quello PER L'‪#‎INTEGRAZIONE‬. Ah...per informazione il ‪#MINISTERODELLASALUTE‬ venne dato a BEATRICE‪ LORENZIN‬,che non era nemmeno laureata,aveva il diploma di liceo classico.Ci sarebbe poi da sprofondare, scendendo nel pozzo oscuro dei concorsi pubblici, delle poste, della polizia, delle banche,dell'esercito,ma anche dei supermercati, delle concessionarie, delle scuole, delle università, della sanità pubblica e chi più ne ha più ne metta....Ma qui voglio parlare solo del "mondo di superficie", quello che si vede alla tv!

Questa corsa all'integrazione sembra più una corsa all' inNEGRazione. INSOMMA, QUESTI SONO SOLO ALCUNI ESEMPI, MA SE QUALCUNO AVESSE VOGLIA DI VENIRE DA ME A PARLARE DI QUANTO E' INTEGRATO 'STO PAESE, PRIMA SI LEGGA QUESTE POCHE RIGHE...E POI SE NE VADA GENTILMENTE A FANC**O!GRAZIE!

martedì 24 marzo 2015

Donne dududu: Anoressia intellettuale





di Uriel Fanelli

Questo post inizia, si , con un bel bagno di cazzi miei. In questi giorni sto ricevendo una proposta di lavoro che come sede di lavoro ha "home office", e quindi e' balenata l'idea di tornare in Italia lavorando per una telco neozelandese.(1) Di per se' la cosa e' interessante, cosi' e' partita una riflessione profonda sul se e sul perche' rimanere o tornare. E la risposta e' che rimarrei comunque: per mia figlia, per Lady Uriel, perche' la condizione della donna in Italia e' troppo miserabile intellettualmente per poterci vivere. E no, Berlusconi non c'entra.
Indirettamente , si tratta del motivo per cui sono venuto via: un lavoro, e anche bello, ce l'avevo gia', ma il problema non sta sempre nella panza. Ci sono cose che non puoi tollerare per tua figlia, e per certi versi anche per tua moglie.
Il primo punto e' che su questo punto l'Italia e' cosi' indietro che anche quelli che sono "avanti" appaiono obsoleti. Cioe', se tu hai un ritardo medio di 40 anni, ed i progressisti del tuo paese sono comunque piu' avanti degli altri di 20, nel migliore dei casi sei ancora piu' indietro di 20. Certo, meglio -20 che -40, ma pur sempre un bel segno meno.

Cosi', ogni dibattito sulla condizione femminile in Italia si ferma ad uno stadio obsoleto in cui si discute se lavorino , e non se siano libere di lavorare o meno. Si dice che con Berlusconi sono troppo nude, senza discutere se una sia libera di essere come gli pare (nuda o meno) o no. Si dice che il corpo delle donne sia usato male sulla stampa, senza chiedersi se una donna sia libera o meno di apparire nuda su un giornale o no. Tutto quello che ci si chiede e' se sia meglio un obbligo od un divieto.
Ma questa discussione stessa e' obsoleta, perche' nel momento in cui qualcuno si riunisce a decidere come debbano e come non debbano essere le donne, domanda alla quale la risposta moderna (l'unica possibile) e' "un pochino come cazzo piace a loro" , siamo ancora nella condizione in cui qualcuno dice alle donne come dovrebbero essere.


Il che da solo testimonia che qualcuno si sente ancora nel diritto di decidere cosa sia giusto e cosa no per una donna.
Se qualcuno pretende di decidere se le donne debbano o meno seguire il modello berlusconiano, il problema non e' il modello berlusconiano, e' che qualcuno pretende di decidere se le donne debbano seguirlo o meno. E si sente nel diritto di farlo.
Il semplice fatto che esista una discussione di pochi su come dovrebbero essere tante donne mostra come ci sia ancora una sorta di patria potesta', ovvero come qualcuno si ritenga ancora nel diritto di dibattere sulla vita altrui. Se una donna , o tutte le donne, decidono domani da adulte di diventare uno stereotipo berlusconiano, il problema non sta nello stereotipo berlusconiano, ma sulla loro liberta': se hanno scelto liberamente , possono farlo.
Questa cosa che le donne possano scegliere liberamente qualcosa (mettere il chador o meno, per dire. I francesi si sono accorti di aver fatto una legge che decide come si devono vestire le donne francesi?) su cui non si e' d'accordo da' molto fastidio anche nei paesi che si credono avanzati, ove magari non obbligano la gente a portare il chador, ma lo proibiscono, e non si rendono conto che l'obbligo ed il divieto violano la stessa liberta'.
Ma neanche questo e' il vero problema. Il problema della miserabile condizione femminile in Italia e' semplicemente legato al fatto che le donne in Italia iniziano a pensare dopo i 50-60 anni. Tranne rarissime eccezioni, che non si sposano perche' per i maschi poi diventano una specie di aliene.

La donna italiana attraversa tre fasi, forse tre e mezza.

Nella gioventu', il suo unico scopo e' essere bella e superare il confronto con le 
altre ragazze. Fine. Alla voce "interessi & hobby" in un CV scriverebbero "tutto quel che serve per essere piu' figa". Niente di piu'
Bambanano di essere piu' "mature" dei loro coetanei maschi, ma se le osservo ci vedo delle inutili bambole di carne che si sforzano di imitare la Barbie e passano il tempo a linciarsi a parole a vicenda. Oppure, nel caso di quelle che cercano di essere "intelligenti", alla Barbie si sostituisce un qualche altro stereotipo altrettanto noioso e deforme, che va dalla fricchettona alla brava ragazza di chiesa, e il risultato e' un essere che solo l'eccesso di ormoni dell'adolescenza puo' considerare attraente.
Tutto questo dura sino al matrimonio, ovvero al primo figlio.

Li' una specie di ebete che sa tutto sul fard e su qualche gruppo musicale passa da Donna (condizione miserabilissima di totale piattezza intellettuale) a Donna+, ovvero per la prima volta la donna italiana prova l'ebbrezza di essere una persona. Questa sensazione di ebbrezza e' cosi' forte da causare la sindrome di Superman: aprono negozi, si danno al rafting, solo il cielo e' il limite di una Mamma. L'effetto "Pacman che mangia la fragolina" dura 5-6 anni, quando l'autostima torna a zero e si va col secondo figlio o con la piattezza totale.

Finalmente arriva la menopausa, i figli sono fuori dalle palle, e le donne diventano persone. Verso i 50/60 la donna italiana diventa interessante, ovvero una persona con cui puoi parlare dieci minuti senza sognare di discutere con un armadio a muro per avere risposte logiche, e inizia a sviluppare degli interessi. In quel momento, scoprono che gli piace l'Opera.O il tennis. O i viaggi. O la fotografia. E leggono. E quando ci parli di un argomento ti tornano indietro delle risposte che hanno, incredibile a dirsi, dei contenuti. Sullo stesso argomento! Incredibile. Se vuoi parlare con un essere umano e non con un bidone di stereotipi e risposte degne di Siri(2), devi parlare con donne che abbiano piu' di 50-60 anni.

Si, esiste una minoranza che non segue queste regole. In generale, passano la prima parte della loro esistenza a schivare idioti, perche' i maschi non sono messi tanto meglio , nella seconda fase i maschi sono messi meglio perche' il tasso di testosterone e' calato, ma loro sono incapaci di concepire niente come "sono una mamma, non una stupida donna" (col risultato che molti uomini scappano a cercare una sbarbina che almeno vi parlera' del loro cantante preferito e non solo di scarpine) e solo ad una certa eta' le donne intelligenti iniziano a trovare qualcuno di intelligente con cui parlare.

Ora, a me non frega molto delle colpe. Adesso forse nascera' una diatriba sul fatto che e' colpa di Berlusconi o no. Ma personalmente me ne fotto: se nei CV delle donne ci scrivo "interessi & hobby" , il 75% dei CV di donne riporta si e no "musica e uscire con gli amici". Qualche volta. Di solito la voce nei CV femminili non figura nemmeno, e solo di rado figura in quelli italiani.

La verita' e' che in Italia c'e' una vera e propria morte intellettuale. Non una morte culturale, o una morte civile. Una morte intellettuale. La stragrande maggioranza degli italiani non fa niente che non sia lavorare e mangiare. Interessi? Hobbies? Qualsiasi stracazzo di cosa cui pensare dopo il lavoro? No, niente.

Oltre al lavoro e alla casa, uomini e donne pensano a quanto ascoltano in TV. L'italiano svolge la propria vita fra tre mondi: ufficio, casa, telegiornale. Le donne, che lavorano molto meno, hanno "casa, telegiornale". Se almeno al lavoro l'uomo riesce a scambiare qualche -dico qualche - contenuto esogeno perche' magari ha il collega vegano che gli parla di dieta, o il collega complottista che gli parla di scie chimiche, la donna ha tre fasi: "scuola + TV", "casa + TV", 'finalmente qualche interesse + TV". L'uomo ha tre fasi: "scuola + sport/figa + TV". "casa + ufficio + TV", "malinconia + casa + TV".

La morte di qualsiasi cosa stia tra le orecchie.

Polli da batteria

In italia non sta morendo l'economia , o la cultura, o il senso nazionale, o il senso civico, o qualsiasi altra cosa. Sta morendo l'intelletto. E' piu' divertente parlare con Siri: si impara molto di piu'. E se considerate che NON possiedo un iPhone, e' tutto dire.

E se questo fenomeno e' gia' fortissimo per gli uomini, che sono dei mongospastici per il 60% dei casi, la donna passa un'adolescenza intellettualmente cosi' miserabile e priva di stimoli che quando finalmente rimane gravida si sente promossa antropologicamente, quasi al ruolo di persona. "Sgravo ergo sum".

Parlavo con la nuova giovane segretaria della mia azienda. In Italia sarebbe immediatamente nella categoria "sono cosi' gnocca che non mi serve essere nient'altro". Ha come hobby la modellistica in legno (3) e i Lego Technik. Un'altra collega frequenta un club di cultura greca, e sta studiando i balli tradizionali greci.

Ricordo la mia segretaria in Italia. Quella meno bella era sposata e quindi era sposata. Che altro c'e' da dire? Forse che una donna sposata con figli puo' essere qualcosa d'altro? La figa aveva un solo hobby. Aperitivo e locali, shopping per ballare. Una barbie che meritava solo di saltare in aria su un campo minato afgano.

Se almeno il lavoro salva il maschio italiano dandogli un paio di argomenti in piu' di cui parlare, la donna spesso non lavora e muore ancora peggio.

La situazione sta migliorando? Si, qualcosa sta migliorando. Con mia grande sorpresa, lo sport e' approdato tra gli hobby femminili. Oddio, non e' che uno desideri per forza la falegnameria, ma almeno vedere il rugby che si diffonde fa piacere. Ma e' ancora pochissimo.

L'emancipazione femminile non e' credibile, in Italia.

Non so se avete presente un gruppo di pulcini in una scatola. Immaginate di chiudere un gruppo di pulcini in una scatola di cartone rovesciata. Staranno dentro , e sono nella condizione delle tanto compiante donne oppresse. Ma se poi togliete la scatola, i pulcini iniziano a correre in tutte le direzioni. Questa e' la liberta'.

Adesso immaginate di togliere la scatola e che i pulcini rimangano chiusi nello stesso quadrato di prima. Fermi. Immobili. A fare le stesse cose di prima. Nello stesso spazio compresso di prima. Non essendoci VOGLIA di liberta', essa non viene usata. La scatola e' DENTRO i pulcini.

Cosa sta succedendo? Sta succedendo che la scatola di cartone e' DENTRO di loro. Avete dato loro tutta la liberta' togliendo il cartone. Ma questa liberta' e' impossibile da godere se non c'e' appetito per la liberta'.

Non so per quale motivo, ma l'Italia e' entrata in uno stato che definirei "anoressia intellettuale", una specie di malattia per cui la persona non ha piu' fame di stimoli intellettuali. Non legge, non fa altro che guardare i telegiornali, non ha hobbies, non fa niente che non sia lavorare , mangiare, dormire, e per le ferie partecipare al gigantesco barbecue di chiappe collettivo su qualche spiaggia.

Tutto quello che fanno le donne "intelligenti" in Italia e' semplicemente recitare la parte delle donne intelligenti, con risposte programmate e prevedibili, tipo Siri sotto LSD, con una militanza politica cosi' vuota di idee che una conversazione e' uno spreco di tempo, e intellettualmente si tratta solo di un'altra scatola.

Le donne italiane si sentono superiori a quelle che portano il chador, ma almeno la donna che porta il chador puo' scegliere quale indossare tra quelli che ha nell' armadio: la donna italiana non sa nemmeno di indossare un chador sul cervello, sotto la pelle, e in una discussione ha cosi' pochi argomenti che no, non vale la pena. Non imparerete niente che non abbiate mai sentito dire prima.

Noia. Noia. Noia. Noia. La piu' mostruosa noia da morte intellettuale della storia. L'italia e' un paese noioso di gente noiosa, specialmente le donne, almeno sotto i 50/60.

Cosi' si ripropone lo schema: sono venuto via per "salvare" dalla morte celebrale due donne, di cui una ancora bambina, e no, nella scelta non tornerei.

Qualcuno deve uscire prima dall'anoressia intellettuale. Qualcuno deve iniziare ad avere di nuovo fame di novita'. Fame di cose mai viste, mai fatte, mai provate, mai dette.

Un tempo gli italiani erano famosi per la loro curiosita', l'intraprendenza, la vitalita': oggi sembra di parlare con una segreteria telefonica. Dov'e' la voglia di vivere? Oh, certo: discoteca e uscire e ubriacarsi. Questo e' trasgredire, e se non trasgredisci cosi' non vivi, perche' vivere e' trasgredire e trasgredire e' vivere e avere hobby e' da uomini e comunque e' da ricchi e comunque non ho tempo.

E comunque sei fottutamente MORTA, questo e' il punto. Il tempo, se non te lo riservi non lo troverai mai.

Cosi' si, se non esce da questo coma vegetativo, la popolazione italiana e' intellettualmente interessante quanto un campo di cavoli: per avere 50-60 partecipanti dal QI umano su questo blog ho dovuto raggiungere i 220.000 visitatori. Con percentuali simili, vivere in un posto simile e' interessante e stimolante quanto giocare a Bowling nel ruolo del birillo.

"SI tira avanti", e' la locuzione per indicare questo stato di noia cronica priva di stimoli intellettuali. Un modo elegante per dire che si aspetta la morte, e se almeno alcuni uomini fanno lavori che li portano ad incontrare qualche novita' o qualche stimolo interessante, le donne iniziano a togliersi il chador dal cervello attorno ai 50-60 anni.

Far crescere una figlia cosi' significa condannarla ad una condizione intellettualmente subumana per i primi 50-60 anni, per poi - forse - vederla sbocciare a 50-60.

No, mi spiace.

Se anche ho la possibilita', rimango qui.

Con rabbia, si. Mi infastidisce. Non mi piace. Mi fa INCAZZARE vedere una nazione ridotta ad un cumulo di piagnucolanti fantocci che aspettano la morte a tavola accusando qualche straniero (USA, CIna ed ora Germania) di approfittare della loro rancorosa sonnolenza.

Ma purtroppo, quei diecimila facinorosi coi quali vorrei tornare non li trovo.

Forse non ne sono ancora emigrati abbastanza, di incazzati. O forse anche loro si chiedono quale sia il contenuto epico di una carica di cavalleria , quando la fai in un campo di cavolfiori. Per salvare i cavolfiori.

Io ancora ci spero, anche se non ci credo.

E no, non mi tirate fuori la solita "statistica che dimostra che". So scrivere numeri anche meglio di cosi', fregarmi non e' cosi' semplice.

Uriel


NOTA DI DIREZIONE:



(1) No, pagavano troppo poco. Mi perdoni Barnard che da Casalecchio sa tutto della Germania, ma qui guadagno molto di piu'. Oops.

(2) Il software di risposte automatiche montato sui cellulari Apple. Conversa meglio del 75% delle donne italiane.

(3) Ok, mi sfugge la bellezza di riunirsi in un club del Dremel per discutere sul modo migliore di usare la betulla per fare una statuetta di legno, e il motivo di comprare giornali come http://www.hallo-frau.de/heimwerken/kreative-dekoideen/do-it-yourself-selbstgebasteltes-liegt-im-trend.html ma la tendenza sembra in crescita. E un articolo fisso sulla falegnameria su un giornale femminile non te lo aspetti.

mercoledì 28 gennaio 2015

I FAN DELL'ARTE - smeriglia

Sulla Terra ci sono un sacco di fenomeni spettacolari. Non mi riferisco alle eruzioni vulcaniche (quelle ci sono anche su Venere) o alle grandi tempeste (su Giove ce n’è una che dura da tre secoli) o alla vita (la vita in sé è un fenomeno abbastanza noioso: cellule che fanno cellule per fare altre cellule che fanno cellule e così via, sempre cellule), mi riferisco ai comportamenti umani. 
Ce n’è uno in particolare che è veramente incredibile e che si può osservare nei musei di tutto il mondo, soprattutto quelli che contengono opere di inestimabile valore artistico come Gioconde, Altari di Pergamo, David di Michelangelo, tirannosauri. Questo fenomeno inizia a manifestarsi la mattina, con incalcolabili quantità di persone che si ammassano l’una sull’altra aspettando l’apertura del museo, disposte in lunghe file che si attorcigliano su se stesse, resistendo eroicamente in piedi per ore nutrendosi perlopiù di patatine, piccoli snack e lepidotteri, finché a un certo punto le porte del museo si aprono e tutti si riversano dentro correndo verso l’agognata opera di inestimabile valore artistico, come se questa da un momento all’altro potesse diventare un po’ meno inestimabile, e quando finalmente la raggiungono, sublime conquista dell’ingegno umano, le fanno un paio di foto e poi vanno in bagno. Il bagno è il secondo posto più frequentato di un museo. Il primo è il bar.
La spettacolarità del fenomeno non sta tanto nel grande sforzo compiuto da così tante persone (in qualsiasi officina metalmeccanica si possono vedere sforzi ben più spettacolari), ma nell’incomprensibile sproporzione che c’è tra lo sforzo e il risultato dello sforzo: un paio di foto. Che senso ha fare foto alla Gioconda quando in rete ce ne sono già miliardi?


In realtà queste persone non sono attratte dal valore estetico dell’opera, ma dalla celebrità dell’oggetto. Se invece della Gioconda ci fosse una mosca spiaccicata su un parabrezza, sarebbe uguale, purché la mosca fosse molto celebre. Le foto non servono a visualizzare l’opera, ma a testimoniare l’essere stati in presenza dell’oggetto. Ecco perché non importa se la foto riesce bene o male. L’unica cosa che importa è che la foto sia “mia”, testimonianza tangibile e a tutti mostrabile di quello storico giorno in cui ho incontrato la celebrità. La foto dell’oggetto sostituisce l’osservazione dell’opera e fatta la foto non resta nient’altro da fare che andare in bagno. È la stessa cosa che succede con le star: quando si incontra una star non ci si avvicina per apprezzare l’espressività dei suoi occhi, la forma del sorriso o il misterioso paesaggio alle spalle, ma le si fa una foto e fine. Proprio come le star, anche l’opera di inestimabile valore artistico è protetta dai fan per mezzo di addetti alla sicurezza, transenne e vetri antiproiettile per evitare che faccia la fine di John Lennon. Non si sa mai come può reagire la gente quando scopre che la Gioconda non rilascia autografi.

SMERIGLIA - i fan dell'arte

sabato 10 gennaio 2015

L'UNICA SATIRA UTILE

Viator
Anticorpi.info

La holy wood dei perculatori globali ha colpito ancora. Abracadabrae siamo tutti Charlie Ebdo, come nei filmetti in cui gli astanti si schierano dalla parte del simpatico rivoluzionario e contro i parrucconi reazionari, scatenando la reazione plaudente del pubblico pagante.

Il disprezzo professato da alcuni 'satiristi del cosiddetto 'mondo libero' verso argomenti considerati 'sacri' in culture e ambiti sociali in cui questa parola ha ancora un senso, secondo i paladini della liberté d'espressione è più che legittimo. Assolutamente. Siam mica trogloditi, Ciccio! In una società 'libera' la satira non può imbavagliarsi. Concetto che sarebbe anche giusto, a condizione però che una siffatta società oltre che 'libera' sia anche 'sana.' Perché una società sana non confonderebbe mai la libertà d'espressione con la licenza di profanare gli altrui valori in base alla convinzione di saperla lunga su concetti quali la religione e lo spirito, specie in un contesto storico come quello attuale, in cui certa gente anziché guardare la pagliuzza nell'occhio altrui dovrebbe percepire la trave piantata nel proprio didietro.

Il compianto Bernard Maris, tra le vittime della barbarie parigina, la trave l'aveva percepita. Dopo essere stato nominato consigliere centrale della Banque de France, la Banca Centrale francese, aveva iniziato a 'straparlare' di emissione monetaria e di soldi creati dal nulla.

Il problema è questo. Se una società non è libera - in quanto dominata a colpi di usura e manganello da una minoranza di sociopatici che pensano solo al potere, al sesso e a farsi di droga a danno di una maggioranza di popolazione che soffre la fame - né sana - in quanto rincretinita dal pensiero unico positivistico - allora forse le verità che la sua cultura pretende di diffondere tramite il dileggio e l'infinita ripetizione, non sono poi così cristalline e al di sopra di ogni sospetto, e tutti i bei discorsi sulla liberté e la verité finiscono nel gabinetto.


Naturalmente, condanna assoluta per la violenza in ogni sua forma, che sia attuata da un apparato di agenti neri al servizio della menzogna sistemica o da un manipolo di guerriglieri convinti che per difendere i propri valori, la propria religione, la propria cultura, la propria economia, sia necessario ammazzare la gente.

Sappiamo che esistono molte forme di violenza fisica. La violenza quotidiana delle stragi domestiche. La violenza di chi spruzza acido in faccia al proprio prossimo per manifestargli la propria contrarietà. Quella di chi approfitta della propria posizione dominante per infierire su individui indifesi come i bambini nelle scuole materne, o i disabili negli appositi istituti di cura. La violenza di chi indossando una divisa si sente autorizzato a manganellare donne e ragazzine, o ad ammazzare letteralmente di botte il povero cristo di turno tra le mura di una caserma.

Ed esistono forme di violenza non fisica le quali tuttavia possono influenzare la psiche di individui squilibrati e fungere da detonatore per l'esplosione della violenza fisica. La continua riproposizione di notizie, film e serie televisive in cui la violenza la fa da protagonista - ad esempio - non fa che desensibilizzare l'uomo comune rispetto all'idea di violenza, ed indurre le menti più labili a ragionare sempre in termini di violenza.

Molti autori della rivista Charlie Ebdo avrebbero evitato di esprimere il loro disprezzo verso l'Islam - ad esempio - in un locale pubblico di Teheran. Tale atteggiamento non sarebbe stato dettato da un fatto di sottomissione culturale, ma dal semplice buon senso. Perché gli ideali - o le ideologie - sono una cosa, mentre la realtà è tutta un'altra cosa. Perché quando urliamo al mondo intero il nostro disprezzo verso qualcuno o qualcosa non solo corriamo il rischio che la nostra violenza verbale sia captata da gente squilibrata che anziché replicare alla provocazione in modo consono passi alle vie di fatto, ma rischiamo che la nostra pubblica esternazione fornisca a una terza parte un movente per farci fuori e scaricare la colpa del nostro omicidio sulla parte contro cui avevamo rivolto le nostre esternazioni.

Signore e signori, benvenuti nel mondo reale, un luogo in cui gli ideali e le ideologie sono sempre sfruttati per perseguire tornaconto particolari.

Questo articolo non intende dilungarsi sull'analisi di quanto accaduto a Parigi per verificare se la versione diramata dai mass media sia plausibile. La rete trabocca di articoli e video che illustrano ottimamente la situazione. E' sufficiente cercare e non fermarsi alla prima riga di Google o al primo video (non censurato) di YouTube. Chi ha occhi per vedere, vedrà, chi non li ha, continuerà a trarre conclusioni Fallaci.
Questo articolo intende invece soffermarsi sul concetto di liberté d'espressione. La liberté di cui da un paio di giorni i nostri 'opinion makers' si stanno riempiendo la bocca.

Nella nostra 'cultura ineguagliabilmente progredita', la liberté d'espressione è di volta in volta giustificata o criminalizzata con gran disinvoltura, a seconda della convenienza politica. Ad esempio: se nella nostra cultura qualcuno si azzardi solo di striscio a ridiscutere la tragedia del genocidio ebraico, la sua liberté d'espressione è stigmatizzata e perseguita legalmente in quanto considerata istigazione all'odio razziale, mentre se prova a ridiscutere il genocidio degli indiani d'America, male che vada viene invitato a qualche talk show.

In questi giorni sta passando il messaggio che se qualcuno sia barbaramente ucciso per aver manifestato le proprie idee, quelle idee siano automaticamente elevate e giuste, mentre se qualcuno viene 'solo' insultato, perseguitato, boicottato, sanzionato, trascinato in tribunale per avere esercitato la propria liberté d'espressione, le sue idee siano indegne di tutela. La strage di Parigi è dolorosa come ogni evento di tale tragica portata, ma sarebbe da idioti misurare la validità di un concetto sulla base di quanti morti ammazzati provochi la sua esternazione. Eppure è proprio ciò che sta accadendo.


Insomma, dopo il terribile attentato di Parigi ed i fiumi di parole versati in questi giorni per sacralizzare la liberté d'espressione, ci si aspetta che i nostri 'opinion makers' diano un bel taglio alla stigmatizzazione dei vari luoghi comuni (ottusi come qualsiasi luogo comune) a sfondo razzista, omofobico e sessista. Che abbiano il buon gusto di ritirare i loro anatemi ispirati dalla 'correttezza politica.' Dopotutto, se l'ombrello è tuo quando piove, lo è anche con il sole. Mi aspetto che il prossimo vignettista che dipinga i gay come degenerati, o gli ebrei come avidi e intriganti, riceva quanto meno un encomio dall'ordine dei giornalisti come premio per il lodevole esercizio della libertè d'espressione. Se si può prendere bellamente in giro una religione professata da un miliardo e mezzo di persone, per colpire una presunta minoranza estremista, allora va da se che lo si debba poter fare sempre, in tutti i modi, verso qualsiasi cosa e senza temere di incorrere in alcuna ritorsione, sia essa legale o di 'riprovazione sociale.' Se penso alle condanne senza appello e all'istigazione al boicottaggio piovuti addosso a Guido Barilla il giorno in cui ha esternato con tono rispettoso e moderato la propria opinione sulla famiglia tradizionale, da parte degli stessi psicopatici bipolari che guardano altrove quando si ingiuriano le altrui fedi, si prostrano davanti a premier non eletti ed oggi invocano la liberté d'espressione, mi viene da chiamare la neuro.


Ricapitolando: lo scherno dei sacri valori altrui è lecito, auspicabile, in quanto testimonia il grado di liberté espresso da una cultura. In una società progredita ognuno può dire ciò che gli pare di tutto e di tutti. Perché - per dindirindina - Siamo Tutti Charlie Ebdo! Amen.
In futuro non mancherà occasione di valutare se siamo realmente Tutti Charlie Ebdo, o se qualcuno sia meno Charlie Ebdo degli altri.


Un'ultima osservazione più generica. La tanto osannata satira, così com'è comunemente concepita, cioè lo scherno del potere a beneficio delle masse, è del tutto inutile dal punto di vista della rivalsa politica e sociale. Di più: è funzionale al potere, con buona pace di chi disegnando la caricatura di un personaggio politico si senta tanto 'rivoluzionario.' Questo tipo di satira ha sempre assolto esigenze sistemiche che vanno dalla simpatizzazione popolare del caporale di turno, al mantenimento della percezione della democrazia, alla sensazione 'catartica' suscitata nelle masse oppresse.
Oggi più che mai l'unica satira realmente pericolosa per il potere, dunque realmente utile dal punto di vista politico - paradossalmente - è quella che si burla del comune cittadino, della sua dabbenaggine, la sua cecità, la sua sottomissione, il suo rincretinimento. Che spiattella in faccia all'uomo comune la sua condizione miserabile. Mi viene in mente il film Fantozzi, oppure il cartone I Simpson. Tutto il resto è giustizia onirica, catarsi, o propaganda.

giovedì 8 gennaio 2015

IO NON SONO CHARLIE E TU? 10 RAGIONI PER CUI NON SIAMO CHARLIE

10 RAGIONI PER CUI NON SIAMO CHARLIE!
#iononsonocharlie

#IONONSONOCHARLIE perchè :

- essere Charlie vuol dire credere che dopo l'11 settembre 2001, 3 terroristi islamici possano compiere una mattanza lunga 5 minuti e fuggire nel bel mezzo del centro di Parigi. 
Neanche a Hollywood avrebbero mai pensato a niente di simile. O perlomeno, ci avrebbero messo gli alieni!

- essere Charlie vuol dire stare con chi INSULTA GLI ZINGARI.
Tanto si fa...sta bene a tutti...e poi rubano!

- essere Charlie vuol dire essere talmente egocentrici da pensare che la libertà sia solo LIBERTA' DI OFFENDERE CHIUNQUE ED IN QUALUNQUE MODO SENZA CHE QUESTO ABBIA CONSEGUENZE DI ALCUN TIPO.
Perchè i diritti li abbiamo noi...gli altri hanno solo doveri!

- essere Charlie vuol dire stare con chi insulta i Negri.
Tanto si fa....e poi sono troppi....e poi rubano!

- essere Charlie vuol dire essere talmente allocchi da pensare che un commando di 3 terroristi muniti di mitra, passamontagna e lanciarazzi, vada a compiere una strage portandosi dietro i documenti(?)...Per poi dimenticarseli sulla prima auto che rubano. 
Già me la immagino la scena: "Fratello! Ho portato i documenti, non si sa mai, almeno se ci fermano non ci fanno la multa...sai,l'auto è già rubata.Li appoggio qui, vicino all'accendi sigari! Ricordameli quando scendiamo dalla macch...ALLAH U AKBARRRRRRRR"

- essere Charlie vuol dire fingere di aver capito VOLTAIRE e riempirsene la bocca, dimenticando che lui stesso tracciava un solco profondo tra la libertà di pensiero e la libertà d'azione.
La sua scarsa tolleranza verso analfabeti, portatori di handicap, popoli poco civilizzati, ebrei, mussulmani si evince nei suoi testi. E non bisogna neanche scavare troppo a fondo. Non risparmiava neanche la Chiesa Cattolica, in un trattato esortò: AZZOPPA L'INFAME!

- essere Charlie vuol dire pensare che dei super terroristi ricercati si sveglino il mattino dopo e decidano di andare a rapinare una pompa di benzina, a volto scoperto,mentre i loro documenti sono in mano alle forze di polizia di mezzo mondo.
Così per sfizio!

- essere Charlie vuol dire ignorare che l'occidente da più di 200 anni stia facendo deliberatamente la guerra al resto del mondo, con armi come genocidi, schiavitù, virus, finanza e bombe atomiche.
E pensare che sia giusto pure prenderli per il culo!

- essere Charlie vuol dire stare con chi ritiene che "L'ISLAM E' UNA MERDA" sia satira di alto livello culturale.
E poi anche Salvini è una merda, ma questo non so come, non fa più notizia!

10 - essere Charlie vuol dire stare con chi ritiene la propria cultura, la propria scienza, la propria religione, il proprio mondo come "il migliore dei mondi possibili".
Ma Voltaire stesso diceva:
"Se questo è il migliore dei mondi possibili, gli altri come sono?"

NOI NON SIAMO CHARLIE...E TU?



#iononsonocharlie

prometeo

lunedì 5 gennaio 2015

BANCHE, GHEDDAFI E USCIRE DALL'EURO

L'emissione di moneta FIAT(senza ancoraggio a un bene reale come l'oro) e il sistema bancario commerciale sono nelle mani delle élite, vale, quindi, la (compiaciuta) ammissione di Warren Buffet secondo cui la lotta di classe esiste eccome, e la stanno vincendo loro: le suddette élite finanziarie.
Ogni tentativo di uscire da questo sistema o di smascherarlo e superarlo viene duramente represso, con i mezzi della guerra finanziaria e della guerra materiale.
GHEDDAFI, ad esempio, intendeva istituire una moneta africana a base aurea: IL DINARO D'ORO, che avrebbe messo in pericolo le riserve aurifere che l'occidente ruba da 400 anni agli Africani e che hanno costituito l'avanzamento tecnologico occidentale ed il boom industriale.
Uscire dall'Euro è utile, perché è una moneta FIAT straniera, emessa e gestita da un'entità privata e sottratta a ogni controllo democratico che, AGGIUNTIVAMENTE, obbliga i paesi periferici (come l'Italia) ad usare una moneta troppo forte (come il Peso argentino legato al dollaro al tempo di Ricardo Cavallo) e li ammazza in favore dei paesi centrali forti.
Tuttavia, uscire dall'Euro senza recuperare la sovranità monetaria, ossia affidandosi a un altro sistema in cui la moneta FIAT sia sempre emessa e gestita da entità private e senza controllo democratico, significherebbe risolvere solo un pezzettino quasi insignificante del problema.
PS: SALVINI E' UN COGLIONE! (so che non c'entra nulla, ma ogni tanto fa bene ricordarlo)

venerdì 2 gennaio 2015

IL CERCHIO MAGICO

Mi scuso in anticipo se qualche lettore più esperto troverà questa esposizione troppo sommaria. Lo scopo di questo articolo è quello di semplificare ed esporre il concetto più generale di FUNZIONAMENTO di un cerchio magico.
Per una ricerca più approfondita sono a disposizione.Potete contattarmi tramite commenti.
BUONA LETTURA


La ricerca personale, l'informazione e lo studio (quello vero, quello "matto e disperatissimo" come diceva Giacomo Leopardi) sono il primo vero passo verso la libertà e l'indipendenza. 
Questo perché sono le uniche armi che ti permettono di spezzare le catene che ti tengono legato ed evadere dal recinto che il POTERE - quello con la P maiuscola, quel Potere che attraversa i secoli e le ere ed utilizza gli Uomini e le strutture che essi creano per auto preservarsi - ti ha DISEGNATO ATTORNO.

In antichità si dava un nome unico a cose che noi uomini moderni annotiamo di volta in volta sotto al nome di politica, informazione, religione, medicina, istituzioni, ossia tutto ciò che va a formare il Potere. Gli antichi definivano queste "sfere di potere" CERCHI MAGICI.

IL CERCHIO

Il cerchio è una figura geometrica che "comprende" ed allo stesso tempo "separa" ciò che è all'esterno da ciò che è al SUO interno.

L'ESTERNO è rappresentato dalla realtà, dalla causalità, dall'UNIVERSO e le sue leggi fisiche (quelle conosciute e quelle ancora sconosciute).

All'INTERNO invece, vigono le leggi di chi questo CERCHIO MAGICO lo ha disegnato per scopi di potere e prevaricazione.






IL MAGO

Chi disegnava (e disegna) il CERCHIO, un tempo era definito MAGUS, il più delle volte era
un alchimista con forti conoscenze nascoste ai più (bastava fossero nascoste alle sue vittime).
Egli separava dal resto della REALTA' le PROPRIE REGOLE e manipolava le informazioni a discapito di chi non aveva le sue stesse conoscenze. Una volta compiute tutte le operazioni condizionate al CERCHIO, le nuove "leggi" che il Magus aveva predisposto prendevano senso e, per chi entrava nel cerchio, divenivano regole meccaniche.

La validità di tali leggi era avvalorata dall'accettazione di chi vi entrava, accettazione naturalmente manipolata da chi aveva predisposto il CERCHIO stesso.
A quel punto la nuova realtà era pronta a prendere vita.


IL PENSIERO MAGICO ED IL POTERE

Ogni organo di potere nella Storia dell'Uomo si è avvalso del meccanismo della creazione di CERCHI MAGICI, in quanto il pensiero magico, quello che permette alla gente comune di ragionare al di fuori degli schemi logici di causa effetto -se essa si trova all'interno di uno di questi cerchi (quello che oggi distinguiamo in pensiero politico, religioso, scientifico, etc.) - è accessorio al Potere stesso.
Il pensiero magico non permette di chiederti se una cosa che desideri la vuoi veramente o è solo il risultato di uno dei meccanismi del CERCHIO in cui ti trovi.
Tutta la nostra società è intrisa di pensiero magico.
Il consumismo ne è un esempio lampante:



se fai 6 ore di fila per il nuovo IPHONE è solamente perché ti trovi dentro un CERCHIO MAGICO disegnato da qualcuno che, senza che tu ti chieda nulla, ti fa fare ciò che vuole, sottraendoti soldi(tanti soldi), tempo ed energie.



L'unico modo per uscire da uno di questi CERCHI MAGICI è prima di tutto cercare di delinearne i confini, poi conoscerne le tecniche di menzogna ed illusione e poi iniziare a COMPRENDERE la realtà al di fuori del CERCHIO,quella vera, in modo da scorgerne i meccanismi e le influenze...uscendo così dalla logica del CERCHIO e del MAGUS che lo ha delineato.

Prometeo

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