domenica 25 luglio 2010

PENSIERI E PAROLE DI UN GIOVANE CAPO DEL MONDO. - cap.2 "Le Moltitudini"

 PENSIERI E PAROLE DI UN GIOVANE CAPO DEL MONDO
Capitolo 2
LE MOLTITUDINI
scritto da BIG S


Ieri ho fatto un sogno.
Ero li, in alto, sul podio.
Parlavo alla gente. Era la Mia gente.Incitavo.Esortavo.
Ero un capo.
Ero il capo.


[1]
Ah,il popolo!(Pensavo)
Il popolo non ti vota perchè tu possa eseguire il suo programma, il popolo ti elegge perchè crede di potersi fidare di te, perchè tu lo sollevi dalla grande responsabilità di doversi autogovernare.
Il popolo vuole un leader, uno che parli al loro stomaco e pensi per le loro teste. Che dica loro come dormire,cosa mangiare e verso dove marciare.
La gente non sa cosa farsene della Libertà.
E il popolo ancora meno.
La Libertà parla un linguaggio che il popolo non può comprendere, è fatta di colori che il popolo non può vedere.


Beh...Avete presente quei criceti che mettiamo in gabbia?Che nascono in gabbia, si nutrono in gabbia, crescono e muoiono sempre nella medesima sporca gabbietta di metallo e cereali?
Bene.
Ora prendiamo questa gabbietta con dentro il criceto ed andiamo in un bosco.Arrivati apriamola.
Questi gli scenari possibili:

  1. Il criceto scappa scomparendo tra gli alberi.Nella maggiore delle ipotesi morirà divorato da animali selvatici, schiacciato dalle ruote di un tir o consumato dalla fame e dagli stenti.
  2. Il criceto rimane nella gabbietta,schiacciato ad un angolo, intimorito dal rumore di apertura della porticina.
  3. Il criceto fugge scomparendo tra gli alberi.Appagato dall'autonomia ritrovata.Salvo rifugiarsi nuovamente nella sua amata gabbia subito dopo aver fiutato il primo segnale di pericolo.
 Ecco.
Quel criceto è proprio il Popolo.
[...]


[2]
La Gente ha paura della Libertà. E se non trova un leader forte che la privi di questa cosa che tanto acclama, si sente abbandonata a se stessa.
La Sovranità del Popolo non è che un'effimera giustificazione.Quest'ultmo delega ai Pochi le decisioni importanti che poi vengono rimesse di fronte alla moltitudine che può solo accettarle
("Qualora mancasse il consenso c'è la forza"- Benito Mussolini)


E in quel momento io ero uno dei Pochi.
Provavo l'onnipotente sensazione di trovarmi di fronte ad una moltitudine per la quale non contava ciò che dicevo, ma come lo dicevo.Una moltitudine che si dissetava con le mie parole, ammirando la forza e la brutalità con le quali le imprimevo nelle loro menti.
Accanto a me una lunga fila di politici, portaborse, segretari.Leccaculi.
Alcuni anche modestamente ingegnosi ed acuti, ma pavidi. Privi di quella spinta di autonomo coraggio che distingue il sovrano dal suddito.
Li osservavo.
Erano come cani a guardia di un gregge.Avrebbero potuto fomentare una rivolta, un golpe, un colpo di stato assieme a quella moltitudine di pecore in cerca di un pastore.
Loro erano di più.
Se solo avessero voluto.
Se avessero potuto.

[3]
Invece erano tutti li, pronti a legittimare la mia autorità.Ebri dell'illusione di essere depositari di un'autonoma sovranità che in quel momento delegavano a me.
Ma la mia autorità non l'avevo ricevuta da da loro, altrimenti non sarei autonomo, autarchico, sarei uno dei tanti, immerso nella moltitudine...
E il numero, per quanto grande esso sia, accresce solo la mia Forza, non la crea.Ne tanto meno può distruggerla.
Un branco sterminato di pecore è pur sempre meno capace e valido del pastore. Egli si avvale dei propri cani per tenere insieme il gregge, ma questi non sono in grado di tenere un branco da soli, ne di consigliare al pastore cosa fare, perchè non ne hanno le capacità
[continua...]


Big S

mercoledì 21 luglio 2010

MASSONERIA E SOCIETA' SEGRETE - Totalitarismo, casta scientifica e controllori del mondo

Questo è l'articolo che avevo anticipato nell'ultimo post.
Spero possa inserire qualche tassello al vostro mosaico.
Buona lettura!
Big S.
____________________________________
Autore: Andrew Gavin Marshall / Traduzione a cura di: Cristina Bassi
 
 
Nel 1932, Aldous Huxley scrisse il suo romanzo di fantascienza “ Brave New World,” “Il Mondo Nuovo”, in cui osservava l’emergere delle dittature scientifiche del futuro. Nel suo saggio del 1958, “Brave New World Revisited,” (Rivisitazione del Mondo Nuovo) Huxley esaminava dove era ora arrivato il mondo, nel breve lasso di tempo da quando il libro era stato pubblicato e dove il mondo stava dirigendosi.
Huxley scriveva:
“Nella politica, l’equivalente del pieno sviluppo di una teoria o sistema filosofico è una dittatura totalitaria. Nella economia, l’equivalente di un’opera d’arte composta in modo meraviglioso è la fabbrica che funziona senza intoppi ed in cui i lavoratori sono perfettamente adattati alle macchine. La Volontà di Ordinare può rendere tiranni coloro che semplicemente aspirano a far pulizia del casino. La bellezza delle cose a posto viene usata come giustificazione per il dispotismo”.[1]
Huxley spiegava che, “i soggetti del futuro dittatore saranno regimentati in modo indolore da corpi di ingegneria (manipolazione) sociale altamente addestrati” e citava un “fautore di questa nuova scienza” dicendo che “la sfida della ingegneria sociale, nei nostri tempi, è come quella ingegneria tecnologica di 50 anni fa. Se la prima metà del ventesimo secolo fu l’era della ingegneria tecnologica, la seconda parte potrà ben essere di quella sociale”.
Cosi, proclamava Huxley: “il XXI° secolo, suppongo, sarà l’era dei Controllori del Mondo, del sistema della casta scientifica e del “Brave New World.”[2]
 
Nel 1952, Bertrand Russell, un filosofo britannico, storico, matematico e critico sociale scrisse il libro “The Impact of Science on Society” (L’impatto della Scienza nella Società) in cui ammoniva ed esaminava come la scienza e la rivoluzione tecnologica, stavano cambiando e avrebbero cambiato la società.
In tale libro Russell spiegava:
“Credo che l’argomento che sarà di massima importanza politicamente è la psicologia di massa, che, parlando scientificamente, non è uno studio molto avanzato… Tale studio è immensamente utile agli uomini pratici, sia che vogliano diventare ricchi o acquisire il governo. Come scienza è, ovviamente, fondato sulla psicologia individuale ma finora ha impiegato metodi ad indicazione generale, basati su una sorta di buon senso intuitivo. La sua importanza è enormemente cresciuta con l’aumento dei metodi moderni di propaganda. Tra questi, quello più influente, è quel che viene definito “educazione”. La religione vi gioca un ruolo, sebbene sia in diminuzione; la stampa il cinema e la radio giocano un ruolo in crescendo.
Ciò che è essenziale nella psicologia di massa è l’arte della persuasione. Se fate un paragone con un discorso di Hitler e diciamo con uno di Edmund Burke, vedrete che passi sono stati fatti nell’arte dal diciottesimo secolo. Ciò che precedentemente non aveva funzionato era che le persone avevano letto nei libri che l’uomo è un animale razionale ed avevano incorniciato le loro discussioni in questa ipotesi
Sappiamo che le fanfare e l’essere molto in vista fanno molto di più ai fini della persuasione di quanto non lo possa fare il più elegante treno di sillogismi. Si può anche sperare che nel tempo tutti saranno in grado di persuadere chiunque su ogni cosa, basta catturare il giovane paziente ed avere sovvenzioni di denaro e strumentazione da parte dello stato. Questo tema farà grandi passi, quando gli scienziati lo assumeranno sotto una dittatura scientifica”.[3]
Russell andò oltre nell’analizzare la questione se “una dittatura scientifica” fosse più stabile di una democrazia, postulando che:
“A parte il pericolo della guerra, non vedo ragioni per cui un tale regime dovrebbe essere instabile. Dopotutto, molti dei paesi civili e semi-civili, noti alla storia hanno avuto una grande classe di schiavi o servi, completamente subordinata ai loro proprietari. Non c’è nulla nella natura umana che renda impossibile la persistenza di un simile sistema. E tutto lo sviluppo della tecnica scientifica lo ha reso più facile di quanto era solito essere in passato al fine di mantenere un ruolo dispotico di una minoranza. Quando il governo controlla la distribuzione del cibo, il suo potere è assoluto per il tempo in cui può contare sulla polizia e le forze armate, la cui fedeltà può essere assicurata dando loro alcuni dei privilegi della classe che è al governo. Non vedo come alcun movimento interno di rivolta possa mai portare libertà agli oppressi in una dittatura scientifica moderna.[4]
 
Ricorrendo al concetto reso popolare da Aldous Huxley – quello che le persone amano il loro essere servi - Bertrand Russell spiegò che sotto una dittatura scientifica:
“Ci si deve aspettare che progressi nella fisiologia e psicologia, daranno ai governi più controllo sulla mentalità dell’individuo, più di quanta ne abbiano ora persino in paesi totalitari. Fichte disse che l’educazione (nel senso di istruzione ovviamente, ndt) dovrebbe avere per scopo quello di distruggere il libero arbitrio cosicché, dopo che gli scolari hanno lasciato la scuola, saranno incapaci, per tutto il resto della loro vita, di pensare od agire se non come avrebbero desiderato i loro maestri e professori.
La dieta, le punture e le ingiunzioni si mischieranno dalla giovane età, per produrre una sorta di carattere e di credenze considerate desiderabili dalle autorità ed ogni seria critica dei poteri che ci potesse essere, diventerà psicologicamente impossibile. Anche se tutti saranno alla povertà, tutti si considereranno felici perché il governo dirà loro che lo sono.[5]
Russell spiegò anche che “la completezza del controllo sull’opinione, che ne derivava, dipende in vari modi dalla tecnica scientifica. Dove tutti i bambini vanno a scuola e tutte le scuole sono controllate dal governo, le autorità possono chiudere le menti dei giovani nei confronti di tutto ciò che sia contrario alla ortodossia ufficiale”.[6]
Russell successivamente proclamò nel suo libro che, “una società di un mondo scientifico non può essere stabile a meno che non ci sia un governo mondiale.”[7]
Elaborò anche questi pensieri:
“Fintanto che non c’è un governo mondiale, che assicuri un controllo delle nascite universale, ci devono essere di tanto in tanto delle grandi guerre, in cui la penalità per la sconfitta sia una vasta morte per carestia. Questo è esattamente lo stato attuale del mondo ed alcuni possono sostenere che non ci sono ragioni per cui non dovrebbe continuare cosi per secoli. Io personalmente non credo sia possibile.
Le due grandi guerre di cui abbiamo fatto esperienza, hanno abbassato il livello di civiltà in molte parti del mondo, e la prossima è pressocché certo che aumenterà ancora più il conto in tale direzione.
Fino a che, ad un certo punto, un potere - o gruppi di potere - emergerà vittorioso e procederà a stabilire un unico governo mondiale con il monopolio delle forze armate, è chiaro che il livello di civiltà dovrà continuamente diminuire fino al punto in cui la guerra scientifica diventi impossibile, ossia fino a che la scienza non sarà estinta.[8]”
Russell spiega che l’eugenetica gioca un ruolo centrale nella costruzione di qualsiasi dittatura scientifica mondialista,, affermando che: ”gradualmente, allevando selettivamente le persone, le differenze congenite tra governatori e governati aumenteranno fino a diventare quasi delle differenze nelle specie. Impossibile pensare ad una rivolta delle plebi tanto quanto ad una insurrezione organizzata di pecore contro la pratica del mangiare montoni.”[9]
 
Nel discorso del 1962 alla università UC Berkeley, Aldous Huxley parlò del mondo reale che stava diventando l’incubo del ‘Brave New World’ che aveva previsto. Huxley parlò primariamente della “Rivoluzione Finale” (the ‘Ultimate Revolution’) che si concentrava sul controllo comportamentale delle persone.
Di questa “Rivoluzione finale” Huxley disse che:
“In passato, possiamo dire che tutte le rivoluzioni hanno essenzialmente avuto come scopo quello di cambiare l’ambiente per poter cambiare l’individuo. C’è stata una rivoluzione politica, una economica… una religiosa. Tutte avevano per scopo, come ho detto, non direttamente l’essere umano, ma il suo ambiente circostante, cosicché modificandolo si raggiungeva – rimuovendolo- un effetto sull’essere umano.
Oggidì, penso, siamo davanti all’approccio di ciò che si può definire la “Rivoluzione Finale”, in cui l’essere umano può agire direttamente sulla mente e sul corpo dei suoi simili. Inutile dire ovviamente che una certa azione diretta su menti e corpi umani è in corso dall’origine del tempo, ma questa è stata generalmente di natura violenta.
 
Le tecniche di terrorismo, sono note da tempi immemorabili e le persone le hanno impiegate con più o meno ingenuità, a volte con massima volgarità, a volte con molta capacità acquisita nei tentativi ed errori, scoprendo cosi le vie migliori per usare tortura, imprigionamento, costrizioni di vario tipo.
Se dovete controllare una qualsiasi popolazione per un dato lasso di tempo, dovete avere un certo consenso. È estremamente difficile vedere come il puro terrorismo possa funzionare in modo indefinito, per un bel lasso di tempo. Prima o poi dovete inserire un elemento di persuasione, un elemento che porti le persone al consenso per ciò che sta accadendo loro.
Dunque a me sembra questa la natura della Rivoluzione Finale con la quale ora ci stiamo confrontando, precisamente: stiamo sviluppando una intera serie di tecniche, che consentiranno ad una oligarchia controllante – che è sempre esistita e che presumibilmente sempre esisterà - di far amare alle persone proprio la loro stessa servitù.
Tale è la parte finale, nella rivoluzione malevole...
Sembra esserci un movimento generale nella direzione di questo tipo di Controllo Ultimo, questo metodo di controllo attraverso il quale le persone possono essere ridotte ad avere piacere di uno stato di cose, che non sarebbe ambito da nessuno standard decente, ovvero godere della propria condizione di servitù.
Tendo a credere che le dittature scientifiche del futuro – e penso che ce ne saranno tante in molte parti del mondo - saranno probabilmente molto più vicine allo schema del “Brave New World” che a quello del 1984.
Si, saranno molto più vicine, non per scrupoli umanitari nei dittatori scientifici, ma semplicemente perché lo schema del ‘brave new world’ è probabilmente molto più efficiente dell’altro.
Se potete avere dei consensi dalle persone per la condizione in cui stanno vivendo – ovvero la servitù - se potete fare questo, allora è molto probabile che avrete una società più stabile, duratura, più controllabile che se doveste fare riferimento solo ai clubs, ai plotoni di esecuzione, ai campi di concentramento.[10]
Nel 1961, il Presidente Eisenhower fece il suo discorso di addio alla nazione, in cui mise in guardia dai pericoli della democrazia posta dal complesso industriale-militare: la rete interconnessa di industria, militare e politica che creano le condizioni per una guerra costante.
In quello stesso discorso, Eisenhower mise in guardia l’America ed il mondo da un altro importante cambiamento nella società:
“Oggi, l’inventore solitario, che armeggia nel suo negozio, è stato oscurato da commissioni di scienziati nei laboratori e dai campi di verifica. Nella stessa foggia, la libera università, storicamente la sorgente delle libere idee e della scoperta scientifica, ha fatto esperienza di una rivoluzione del come condurre la ricerca.
Parzialmente a causa degli elevatissimi costi implicati, un contratto governativo diventa virtualmente un sostituto della curiosità intellettuale. Per ogni vecchia lavagna a gessetti, ci sono ora centinaia di nuovi computer elettronici.
Bisogna aihmè considerare la prospettiva di dominio degli studenti di una nazione attraverso un loro impiego federale, attraverso le assegnazioni di progetto e il potere del denaro onnipresente.
Tuttavia, nel tener in considerazione la ricerca scientifica e la scoperta, come dovremmo, dobbiamo anche essere allertati sul parimenti ed opposto pericolo che la politica pubblica possa essa stessa diventare il prigioniero di una élite tecnologico-scientifica”. [11]
Nel 1970, Zbigniew Brzezinski scrisse del “graduale apparire di una società più controllata e diretta,” nella rivoluzione tecnocratica”; spiegando con ciò:
“Una tale società sarebbe dominata da una élite la cui rivendicazione al potere politico si fermerebbe ad un know- how di supposta superiorità scientifica
“Senza gli intralci dei valori liberali tradizionali, questa elite non esiterebbe a raggiungere I suoi fini politici, usando le più recenti tecniche moderne per influenzare il comportamento del pubblico e tenere la società sotto stretta sorveglianza e controllo.
In tali circostanze, l’apice scientifico e tecnologico del Paese non sarebbe rovesciato ma sarebbe nutrito letteralmente dalla situazione che sfrutta. [12].
Molti scienziati e vasti movimenti sociali sono diretti dalle stesse basi e denaro che finanziò il movimento eugenetico all’inizio del 20° secolo. Le Fondazioni Rockefeller, Ford, Carnegie, Mellon, Harriman e il denaro Morgan che fluì nella eugenetica portò direttamente al “razzismo scientifico” e infine all’olocausto della Seconda Guerra Mondisale.[13].
Seguendo l’Olocausto, Hitler screditò il movimento eugenetico che ammirò cosi tanto in America. Cosi il movimento si diramò formando molti altri progetti di ingegneria sociale: controllo della popolazione, genetica, ambientalismo. Le stesse basi che posero le fondamenta della ideologia eugenetica - il credere in una superiorità biologica ed al diritto di governare (giustificando il potere) - posero anche le basi per questi ad altri nuovi movimenti sociali e scientifici.
Le maggiori organizzazioni ambientaliste e di conservazione furono fondate col denaro della Fondazione Rockefeller e Ford, [14] che continuarono poi ad essere le fonti centrali di sponsorizzazione fino ai nostri giorni; mentre il WWF fu fondato nel 1961 da Sir Julian Huxley, fratello di Aldous Huxley, che fu anche il presidente della British Eugenetics Society (Società britannica di Eugenetica).
Il Principe Bernando di Olanda, divenne il primo Presidente della organizzazione. Guarda caso il Principe è anche uno dei Fondatori della élite globale, dei “pensatori”: il Gruppo Bilderberg di cui fu il co-fondatore nel 1954. Precedentemente fu membro del partito nazista ed ufficiale SS.[15]
Sir Julian Huxley fu, guarda caso, il primo Direttore Generale della UNESCO (=United Nations Educational, Scientific and Cultural Organizations). Nel 1946 Huxley scrisse un documento intitolato: “UNESCO: il suo scopo e filosofia”, in cui affermò che tale organizzazione servisse per:
“contribuire a far emergere una singola cultura mondiale, con la sua propria filosofia e retroterra di idee e con suo proprio scopo. Questo è opportuno, poiché questa è la prima volta nella storia che sono disponibili l’impalcatura e i meccanismi per l’unificazione del mondo ed anche la prima volta che l’essere umano ha avuto i mezzi (nella forma di scoperte scientifiche e sue applicazioni) per porre una base mondiale per un minimo di benessere fisico di tutta la specie umana…”[16]
“Al momento è probabile che l’effetto indiretto della civiltà sia disgenico più che eugenetico; in ogni caso sembra probabile che il peso morto della stupidità genetica, della debolezza fisica, della instabilità mentale, della tendenza alla malattia, che già esistono nella specie umana, si dimostreranno essere un fardello troppo pesante perché si possa ottenere un vero progresso. Così, sebbene sia piuttosto vero che per molti anni sarà impossibile politicamente e psicologicamente qualsiasi politica eugenetica radicale, è importante che l’UNESCO veda che il problema eugenetico sia esaminato con massima attenzione e che la mente pubblica sia informata delle problematiche che sono in ballo, cosicché molto di ciò che ora è impensabile possa almeno divenire pensabile…[17]
Fine prima parte

venerdì 16 luglio 2010

SCIENZA - Il nuovo disturbo inventato dalla casta Psichiatrica: L'ORTORESSIA NERVOSA

Posto questo articolo di Natural News antecedentemente ad un altro che vorrei porre alla vostra attenzione.
Questo perchè chi non è avvezzo a ricerche di tipo SOCIO-POLITICO definirà alcuni passaggi di questo testo come fantascientifici o addirittura catastrofici.

Anticipo solo il titolo del prossimo post:"TOTALITARSMO,CASTA SCIENTIFICA E CONTROLLORI DEL MONDO"
Buona lettura

Big S
-----------------------------
Articolo di Mike Adams, the Health Ranger, NaturalNews Editor.

Mangiare sano ora è un disturbo mentale

L'industria psichiatrica, nel suo sforzo infinito di trasformare artificiosamente ogni attività umana in "disordini mentali", sta ora propagandando il disordine più ridicolo che abbia mai inventato: il Disturbo del Mangiare Sano.
Non è uno scherzo: se ti focalizzi sul mangiare cibi naturali sei "mentalmente malato" e probabilmente hai bisogno di qualche tipo di cura chimica che includa potenti farmaci psicotropi. Scrive il quotidiano The Guardian: «La fissazione di mangiare sano può essere il sintomo di un grave disordine psicologico» e continua affermando che questo "disordine" è chiamato ortoressia nervosa, una locuzione Latineggiante che significa "preoccupati riguardo il mangiare correttamente".
Ma non potevano chiamarlo semplicemente "disordine da preoccupazione sul mangiare sano", poiché sarebbe sembrato come se non sapessero di cosa stanno parlando. Per cui l'hanno traslato in Latino, così sembra intelligente (anche se non lo è). Ecco da dove proviene la maggior parte dei nomi delle malattie: i dottori descrivono i sintomi che vedono con un nome tipo osteoporosi (che significa "ossa con dei buchi").
Tornando a questa malattia inventata, "ortoressia", il Guardian continua: «Gli ortoressici hanno delle regole rigide sul cibo. Il rifiuto di toccare zucchero, sale, caffeina, alcol, grano, glutine, lievito, soia, cereali e latticini non è altro che l'inizio delle restrizioni dietetiche. Ogni cibo entrato in contatto con pesticidi, diserbanti o che contiene additivi artificiali è inammissibile».
Aspetta un secondo. Allora cercare di evitare le sostanze chimiche, i latticini, la soia e lo zucchero ora fa di voi un paziente della salute mentale? Sì, secondo questi esperti. Se prestate effettivamente attenzione all'evitare pesticidi, diserbanti e ingredienti modificati geneticamente come soia e zucchero, c'è qualcosa in voi che non va.
Vi siete accorti che mangiare cibo spazzatura viene considerato "normale"? Se mangiate cibi spazzatura trattati con prodotti chimici sintetici secondo loro va bene. Apparentemente i malati mentali sono quelli che scelgono cibi organici e naturali.
Cos'è "normale" allora per quanto riguarda il cibo?
Vi avevo detto che sarebbe successo. Anni fa avevo avvertito i lettori di NaturalNews che presto ci sarebbe stato un tentativo di bandire i broccoli poiché contengono fito-nutrimenti anticancro. Questo assalto da parte della salute mentale contro i consumatori attenti alla propria salute fa parte di quel programma. È un tentativo di emarginare i consumatori di cibi sani dichiarandoli mentalmente instabili e, perciò, giustificare il loro ricovero coatto nei manicomi dove gli verranno iniettati farmaci psichiatrici e cibo istituzionale completamente trattato, morto e pieno di sostanze chimiche tossiche.
Il Guardian si spinge perfino al ridicolo dicendo che «L'ossessione su quali sono i cibi "buoni" e quali i "cattivi" può condurre gli ortoressici ad essere malnutriti».
Segui l'illogicità di ciò, se ci riesci: mangiare "buon" cibo causa malnutrizione! Suppongo che si ritenga che mangiando cibo cattivo vengano forniti tutti i nutrimenti di cui avete bisogno. Questa è la dichiarazione sulla nutrizione più pazza che abbia letto. Non c'è da stupirsi che la gente oggi sia così malata: gli viene detto dai media tradizionali che mangiare cibo sano è un disturbo mentale che causerà malnutrizione!
Zitti e ingoiate la galletta verde (Soylent Green)
È proprio come ho riferito anni fa: non avete il permesso di contestare il vostro cibo, gente. Seduti, zitti, avventatevi sul cibo e divoratelo. Smettetela di pensare a cosa state mangiando e fate quello che vi viene detto dai principali mass media e dai loro inserzionisti di cibo trattato. Non sapevate che mettere in dubbio le proprietà salutistiche del vostro cibo spazzatura è un disturbo mentale? E se siete "ossessionati" riguardo al cibo (facendo cose come leggere l'etichetta degli ingredienti, per esempio), allora siete strani. Magari perfino malati.
Questo è il messaggio che stanno divulgando ora. I consumatori di cibo spazzatura sono "normali", "sani" e "ben nutriti". I consumatori di cibo sano, invece, sono malati, anormali e malnutriti.
Ma perché, chiedete voi, dovrebbero attaccare quelli che mangiano sano? Persone come il dottor Gabriel Cousens possono spiegarvelo: perché una maggiore consapevolezza mentale e spirituale è possibile solo con una dieta composta da cibo vivo e naturale.
Mangiare cibo spazzatura abbassa il vostro livello intellettivo rendendovi più facili da controllare. Questo cibo scompiglia letteralmente la vostra mente, intorpidendo i vostri sensi con il glutammato monosodico (MSG), l'aspartame ed estratti di lievito. Le persone che vivono di cibo spazzatura sono docili e perdono velocemente l'abilità di pensare con la propria testa. Seguono qualsiasi cosa gli venga detta dalla TV o da quelli che sono in una posizione di apparente autorità, senza mai porsi delle domande sulle loro azioni o su quanto sta realmente succedendo nel mondo intorno a loro.
Al contrario, le persone che mangiano cibi sani e naturali - con tutte le sostanze nutrienti curative ancora intatte - cominciano a risvegliare la loro mente e il loro spirito. Col tempo, cominciano a mettere in discussione la realtà che li circonda e perseguono delle esplorazioni più illuminate di temi come comunità, natura, etica, filosofia e del grande quadro delle cose che stanno succedendo nel mondo. Diventano "consapevoli" e possono iniziare a vedere l'esatta struttura di Matrix, per così dire.
Questo, ovviamente, è un pericolo enorme per quelli che gestiscono la nostra società basata sul consumo, dato che il consumo dipende dall'ignoranza unita alla suggestionabilità. Per fare in modo che la gente continui ciecamente ad acquistare cibi, medicinali, polizze sulla salute e beni di consumo, è necessario spegnere le loro funzioni cerebrali superiori. Il cibo spazzatura trattato, a cui vengono aggiunge sostanze chimiche tossiche, raggiunge questo risultato piuttosto bene. Come mai, secondo voi, il cibo morto e trattato è il pasto predefinito nelle scuole pubbliche, negli ospedali e nelle prigioni? Perché il cibo morto spegne i livelli superiori della coscienza, e tiene le persone focalizzate su qualsiasi distrazione con cui sia possibile nutrire il loro cervello: televisione, violenza, paura, sport, sesso e così via.
In ogni caso vivere come uno zombie è "normale" nella società odierna, poiché moltissime persone lo stanno facendo. Ma non sono normali nel mio libro: il vero "normale" è una persona energica, in salute e sveglia, nutrita con cibo vivo, che agisce da cittadino sovrano in un mondo libero. Mangiare cibo vivo è come prendere la pillola rossa, perché col tempo si apre una nuova ampia prospettiva sulla struttura della realtà. Rende liberi di pensare con la propria testa.
Mangiare cibo spazzatura trattato è come prendere la pillola blu, poiché vi tiene intrappolati in una realtà inventata, dove le esperienze di vita sono architettate dalle aziende di prodotti di consumo, le quali dirottano i vostri sensi con sostanze chimiche (come glutammato monosodico) progettate per ingannare il cervello facendogli credere che state mangiando cibo vero.
Se volete essere vivi, consapevoli e in controllo della vostra vita, mangiate cibo sano e vivo. Ma non aspettatevi di diventare famosi presso gli "esperti" tradizionali della salute mentale o i dietologi: sono tutti programmati per considerarvi "pazzi" per il fatto che non seguite le loro diete ortodosse a base di cibo morto a cui vengono aggiunte sostanze chimiche sintetiche.
Ma voi e io conosciamo la verità: noi siamo quelli normali. I consumatori di cibo spazzatura sono i veri malati mentali, e l'unica via per fare in modo che aprano gli occhi sul mondo reale è iniziare a nutrirli con cibo vivo.
Alcune persone sono pronte a prendere la pillola rossa, mentre altre non lo sono. Tutto quello che si può fare è mostrare loro la porta. Devono aprirla da soli.
Nel frattempo provate ad evitare i funzionari della salute mentale che stanno cercando di etichettarvi come persone affette da disturbi mentali solo perché fate attenzione a cosa introducete nel vostro corpo. Non c'è niente di male nell'evitare zucchero, soia, glutammato monosodico, aspartame, sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS) e altre sostanze chimiche tossiche nel cibo. A dire il vero, la vostra vita dipende da questo.

venerdì 2 luglio 2010

AFORISMI,POESIE,E... - La lunga lotta tra John Carpenter e il signore del male...

Fondi UE,Tremonti:"Basta cialtroneria a Sud".Berlusconi resti a Milano.

Wimbledon: Djokovic ko, Berdych in finale.E menomale che è tutto qui, avevo finito le consonanti.

COME PUO' UNA SOCIETA' COME QUELLA
OCCIDENTALE REGGERSI SU PRINCIPI DEMOCRARTICI E POI CHIEDERE AI PROPRI
CITTADINI IL RISPETTO DELLE MINORANZE?

Ansa: Accelleratore di particelle rivela origine rotoli del Mar Morto.Il Mar Morto.


Sondaggi: Italiani?Cafoni e Maleducati per 7 turisti su 10.Si aspettano i commenti degi altri 3 dopo la loro uscita dall'ospedale.


Pensioni: Non basteranno più 40 anni di contributi.Naturalmente per tutti coloro che non lavorano alla Camera o in Parlamento.

Attualità: Morto Egidio Sterpa, cronista e politico.Ma chi caz...eh?!?!Ah...quello condannato nel processo ENIMONT??Ma sti caz...!!Attualità: morto Taricone!

Politica: proposta di Estensione immunità processuale a Capo del Governo e a tutti i ministri.Berlusconi:"E mo voglio vedè se non la votate!"

Intercettazioni.Bersani: daremo battaglia.Mannaggia manco stavolta ha specificato a chi?

Ansa: Moglie forte si può maltrattare.Assolto marito perchè nonostante le botte lei non si intimoriva.Ora potrà continuare finchè non si intimorisce.


giovedì 1 luglio 2010

POLITICA E SOCIETA'- "Democrazia, il grande imbroglio" di Massimo Fini

(Tratto dal libro «Sudditi» di Massimo Fini, pubblicato da Marsilio Editore)

Che cos’è, realmente, la democrazia?
Quando si cerca di definirla iniziano i guai. 
John Holmes, uno storico e teorico americano del liberalismo, ha scritto che i critici di destra della democrazia «si autodefiniscono negativamente» in opposizione al liberalismo e alla democrazia. C’è del vero.

Ma si potrebbe dire, altrettanto legittimamente, che la democrazia si «autodefinisce negativamente» in opposizione alle dittature. Perché quando si cerca di darle un contenuto positivo, preciso e definito, si entra in un ginepraio.

Anche se restringiamo il campo alla democrazia liberale, che è quella che qui ci interessa perché è la forma che si è affermata in Occidente, e scartando quindi la democrazia diretta, quella socialista, quella corporativa, quella popolare, ci si trova di fronte a un animale proteiforme, mutante e sfuggente, di cui pare di essere sempre sul punto di cogliere l’essenza che tuttavia ci sfugge. (…)

Cerchiamo da profani, di capirci almeno qualcosa. 
Democrazia significa, etimologicamente, «governo del popolo». Scordiamoci che il popolo abbia mai governato alcunché, almeno da quando esiste la democrazia liberale. Se c’è qualcosa che fa sorgere nell’anima di un liberale un puro sentimento di orrore è il governo del popolo. 

Quindi non è tanto paradossale scoprire che se il popolo ha governato qualcosa è stato in epoche preindustriali, preliberai, predemocratiche. Non è necessario andare a scovare, come da Alain de Benoist, remote realtà islandesi come l’Althing, una forma di autogoverno comparsa intorno all’anno Mille, dove «il thing, o parlamento locale, designa nel contempo un luogo e un’assemblea in cui gli uomini liberi detentori di diritti politici eguali, si riuniscono a date fisse per pronunciare la legge». 

Basta osservare la comunità di villaggio europea in epoche medievale e rinascimentale, prima che lo Stato nazionale si affermasse definitivamente assorbendo tutto il potere. L’assemblea del villaggio, formata da capifamiglia, in genere uomini ma anche donne se il marito era morto o assente, decideva assolutamente tutto ciò che riguardava il villaggio. A cominciare dall’essenziale: la ripartizione all’interno della comunità delle tasse reali e dei canoni che alimentano il bilancio comunale.  E poi veniva tutto il resto: nomina il sindaco, il maestro di scuola, il pastore comunale, i guardiani delle messi, i riscossori di taglia, votava le spese, contraeva debiti, intentava processi, decideva la vendita, scambio e locazione dei boschi comuni, della riparazione delle strade, dei ponti, della chiesa, del presbiterio e così via.

Ma quella era la vecchia, cara democrazia diretta, che non sapeva nemmeno d’esser tale, che non aveva nome né teorizzatori, e che in Francia fu definitivamente spazzata via pochissimi anni prima della Rivoluzione, nel 1787, quando, sotto pressione della avanzante borghesia e della sua smania normativa e prescrittivi, un decreto reale, col pretesto di uniformare e regolare un’attività che aveva sempre funzionato benissimo, limitò il diritto di voto agli abitanti che pagano almeno dieci franchi di imposta e, soprattutto, introdusse il principio – che doveva diventare l’ambiguo cardine del potere politico in Occidente – della rappresentanza. L’assemblea non decide più direttamente ma elegge dai sei ai nove membri. 

Lo Stato assoluto reclamava per sé i diritti che quegli zoticoni dei contadini, degli autentici screanzati, si erano permessi di praticare. E poiché lo Stato è troppo grande territorialmente e complesso giuridicamente perché il popolo possa dire direttamente la sua, nacque la democrazia rappresentativa dove il cittadino, formalmente detentore del potere, lo delega a un altro che diventa il suo rappresentante, mentre il rappresentato, retrocesso alla condizione di governato, partecipa al momento decisionale attraverso periodiche elezioni che divengono, di fatto, l’unico momento in cui egli esercita, o si dice che eserciti, quel potere che è suo. E’ quindi all’interno del regime rappresentativo che va posta l’inquietante domanda: qual è l’elemento cardine della democrazia?

Sarà, forse, il consenso? 
Niente affatto. Il consenso può esistere anche nelle dittature, come insegnano il nazismo e fascismo, spesso anzi è assai più ampio di quello che i governatori possono ottenere in un regime democratico. 

Sarà allora il fatto che in democrazia il consenso è spontaneo e nelle dittature coatto? 
Anche questo è dubbio. Nazismo e fascismo ebbero per un certo periodo un consenso sicuramente spontaneo e volontario. Caduta l’egemonia dell’antifascismo militante, che aveva velato pudicamente per alcuni decenni la vergognosa verità, oggi non c’è libro di storia che non parli degli «anni del consenso» al regime mussoliniano.

Sono quindi le elezioni? 
Ma anche in Unione Sovietica, persino in Bulgaria, com’è noto, si tenevano elezioni.

E’ il pluripartitismo? 
Max Weber nota – e siamo già negli anni Venti del Novecento – che «l’esistenza dei partiti non è contemplata, da nessuna Costituzione» democratica e liberale. Non possono quindi essere i partiti l’elemento caratterizzante della democrazia liberale che esisteva anche prima della loro istituzionalizzazione.

Sarà, come alcuni dicono, «il potere della legge»? 
Ma il potere della legge esiste anche negli Stati autoritari, anzi più uno Stato è autoritario più questo potere è forte e invalicabile. Si obbietterà che negli Stati autoritari la legge è arbitraria e discrimina fra cittadino e cittadino. 

E’ perciò, allora, «l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge» il clou della democrazia? 
Ma anche nei regimi comunisti i cittadini sono uguali, almeno formalmente, davanti alla legge.

E allora il principio della rappresentanza? 
Ma anche il monarca «rappresenta il popolo».

Sarà dunque, come dice Popper, che la democrazia è quella forma di governo caratterizzato da un insieme di regole che permettono di cambiare i governanti senza far uso della violenza. 
Neppure questo. E’ storico che nelle aristocrazie il governo può passare da una fazione a un’altra senza spargimento di sangue.

E si potrebbe andare avanti, per pagine e per decenni, ma non si troverebbe la regola-base della democrazia liberale. Scriveva Carl Becker:
«democrazia è una parola che non ha referente, dal momento che non c’è nessuna precisa e palpabile cosa o oggetto al quale tutti pensano quando pronuncia questa parola».

La democrazia è innanzitutto e soprattutto un metodo. Come ha intuito per primo Hans Kelsen. La democrazia è costituita da una serie di procedure formali, avalutative, cioè prive di contenuto e di valori, per determinare la scelta dei governanti sulla base del meccanismo del prevalere della volontà della maggioranza. Essendo una pura forma priva di contenuti valoriali è fondamentale che almeno questa forma sia rispettata. (...)

Inoltre, le procedure, seguendo il criterio della maggioranza, possono mutare e mutano nel tempo, a tal punto da potersi trasformare, con mezzi democratici, in un sistema sostanzialmente autoritario. Ma poiché non esiste un’essenza della democrazia, non esiste neppure una vera linea di confine per cui si possa dire con sicurezza che si è passati da un sistema all’altro.

DEVI ASSOLUTAMENTE VISITARE QUESTO BLOG: