mercoledì 13 febbraio 2013

PECORE: UNA RAZZA TRISTE

tratto da: www.neovitruvian.it

Alcune frasi sono dotate di un simbolismo immediatamente riconoscibile. Quando le sentiamo, sappiamo immediatamente a cosa e a chi si riferiscono, possono addirittura approfondire la comprensione di una determinata situazione, se applicate nel modo giusto. Riescono a spostare il nostro punto di vista permettendoci di osservare una determinata situazione in un modo completamente diverso. Potrebbero farci ridere, piangere, ma non rimarremo mai indifferenti di fronte a tali affermazioni.




Nel corso della storia ci sono sempre state persone che avevano ragione e, solitamente, una “maggioranza” che aveva torto, su ogni singolo problema. I difensori dell’ignoranza istituzionalizzata sostengono costantemente che la verità è “relativa” e che non dovrebbero essere criticati per le loro “opinioni”. Usano questo relativismo come copertura per la loro riluttanza ad ammettere di essere ignoranti. Vorrei chieder loro se credono di aver sempre ragione, di non avere nulla da imparare! Se la verità è “relativa”, se la moralità e i principi sono “grigi”, allora chi, potrà mai essere in torto nelle loro menti contorte? Sembrerebbe che le uniche persone che considerano assolutamente fuori luogo sono coloro che affrontano il sistema.

Quello che non riescono a capire è che le loro “opinioni” non sono frutto delle loro menti. Ciò in cui credono è semplicemente il risultato di un condizionamento. Sono disposti ad abbracciare il sistema, non importa quanto ingiusto sia, perché la loro intera identità è basata sulla sua esistenza. Non critichiamo le persone perché non sono consapevoli (tutti in un momento o l’altro della nostra vita non lo eravamo), ma le ammoniamo perchè negano dei fatti palesi, al fine di evitare di ammettere che hanno torto e che, forse, sono stati ingannati dall’establishment. Come chiamiamo, allora, queste persone che rimangono ostinatamente ignoranti (o comodamente ignare) di fronte ai fatti e seguono il gregge (il pensiero mainstream) a scapito della verità?

Noi li chiamiamo pecore…

Il termine pecora sta rapidamente diventando un termine per definire un’era. Non è solo uno strumento per ridicolizzare, anche se in effetti sembra ferire i sentimenti degli ignoranti e degli inconsapevoli, cosa mio parere, positiva (se provano vergogna per la loro inadeguatezza, allora, forse, un giorno potranno riscattarsi). No, c’è molto di più in ballo…

Quando uno è circondato da palesi assurdità, dalla mancanza di libertà, di compassione e di umanità, quella persona ha bisogno di un modo per descrivere tale orrore. Un modo per accendere una luce nell’oscura follia. Un modo per rimuovere le barriere della confusione e costruire un percorso chiaro verso la ragione. Ha bisogno di quantificare la minaccia, in modo da superarla e arrivare, finalmente, alla comprensione.

In quest’epoca moderna, siamo totalmente colpiti da una epidemia di idiozia volontaria che non ha alcuna giustificazione razionale. Un secolo fa, tale comportamento sarebbe stato soffocato rapidamente da un flusso di informazioni concrete. Oggi, però, l’umanità ha un vero e proprio buffet di dati a portata di mano in qualsiasi momento. Possiamo capire la realtà e la verità delle cose con il minimo sforzo. Non possiamo più lamentarci dell’inaccessibilità di certe notizie. L’unico ostacolo siamo noi stessi…

Sì, il nostro governo e la nostra società sono diventati corrotti fino al midollo. Sì, le fonti tradizionali di informazione nei media mainstream sono completamente inutili e disoneste. Si, il nostro sistema di istruzione pubblica è completamente marcio e le nostre scuole sono state trasformate in fabbriche di zombie dove, le giovani menti, vengono private della creatività e dell’individualità. Sì, il sistema in cui nasciamo è stato progettato per farci diventare stupidi. Tuttavia, il sistema non ci ha ancora tolto la facoltà di decidere. Tutti noi abbiamo una scelta: Farci guidare da altri o decidere il nostro percorso in autonomia.

In definitiva, le pecore sono pecore non perchè DEVONO esserlo, ma perché VOGLIONO esserlo…

E’ la debolezza più grande e più sfruttabile presente nell’uomo, la nostra disponibilità a sacrificare tutto, pur di non ammettere di essere ignoranti. Questa è la baraccopoli filosofica della “pecora” comune. E’ patetica, è brutta ed è una piaga dilagante.

Ci stiamo velocemente avvicinando al periodo in cui la sub-popolazione pecorina verrà utilizzata come carne da macello per avviare il cambiamento su una scala senza precedenti. E’ successo molte volte nel corso della storia. Il sistema, aspirando ad un potere illimitato, brandisce le parti più ignoranti della popolazione nel tentativo di distruggere i nemici ideologici dello Stato. Spesso, il gregge è ignaro del fatto di venir utilizzato contro la libertà e contro la verità. Sa solo che deve partecipare e “sopravvivere”, anche se ciò vorrà dire vivere una vita vuota e priva di significato.

Ora più che mai è importante per il Movimento della Libertà capire ed identificare chi sono queste persone e ciò che li rende così. Il tempo scorre veloce ed è facile, per noi, ritrovarci intrappolati in una mandria dagli occhi vitrei. Le pecore possono essere salvate da se stesse, ma solo se riconoscono che questi particolari comportamenti fanno parte della loro stessa follia…

PIGRIZIA ISTITUZIONALIZZATA

Alcune pecore non sono ignoranti perché sono stupide. Piuttosto, sono ignoranti, perché si rifiutano di scoprire ed interessarsi ai fatti che circondano il loro mondo. Sono abituati ad essere “educati/ammaestrati”. E’ più facile farsi dire cosa pensare, piuttosto che sviluppare la propria visione del mondo. Le pecore, spesso, affermano di “voler solo essere lasciate in pace”, e che “non voglio pensare ai problemi del mondo”, ma quasi tutte, allo stesso tempo, vogliono pensare di aver un qualche effetto sul futuro. Vogliono i vantaggi di una società sana ed equilibrata, ma non vogliono mettersi in gioco per rendere tale società una realtà effettiva. Vogliono che “altre persone” facciano funzionare il sistema, e queste altre persone non vedono l’ora di sfruttare, a loro vantaggio, l’inerzia delle pecore. La tirannia esisterà finchè le persone continueranno ad affidare le proprie responsabilità al sistema. Le pecore rendono possibile le oligarchie e la dittatura.

ARROGANZA SENZA MERITO

Ho incontrato molte persone che non sono pienamente consapevoli di come il loro mondo funziona o perché succedano loro cose terribili. Questo di per sé non è necessariamente un male. Se uno è in grado di accettare il fatto che ha bisogno di saperne di più, ha già superato di gran lunga la maggior parte della società con la forza del suo carattere. Purtroppo, le pecore non condividono questo atteggiamento. Non solo sono ignoranti sulla maggior parte delle questioni, ma non lo ammetteranno mai, e, attaccheranno ferocemente coloro che dispongono di informazioni sostanziali.

Si tratta forse di un complesso di inferiorità? Forse. Sono così pervase dalla visione del mondo proposta dagli organi di informazione mainstream e dal governo che la reputano al pari di un Vangelo. Vivono seguendo gli ideali mainstream, ma, segretamente, nutrono dei dubbi. Sanno che non hanno la capacità di difendere il sistema, nel caso si trovassero di fronte un avversario intelligente ed informato e così, sviluppano un atteggiamento di arroganza e disprezzo per chi pone loro delle domande. Questa arroganza è un meccanismo di difesa che ha lo scopo di nascondere la debolezza dei loro argomenti. In combinazione con gli attacchi ad personam e le minacce fisiche, le pecore cercano di scongiurare le critiche in modo da non dover impegnarsi in un dibattito legittimo.

SEMPRE PREOCCUPATI DAL PENSIERO DELLA MAGGIORANZA

Le pecore sono immerse nel regno del mainstream. Così profondamente da diventare uno dei tanti ingranaggi nella macchina della mente collettiva (o mente alveare). La loro intera esistenza è basata sulla fede cieca nel sistema. Se il sistema si rivelasse difettoso, allora anche loro, per estensione, lo sarebbero. Ignorano ogni ragione e difendono selvaggiamente il sistema, come se fossero intrappolati in una sorta di setta, perché la loro fragile identità dipende dalla continua prosperità dell’establishment.

Le pecore di solito sono motivate dalla paura. Nei loro primi anni di vita, probabilmente, hanno ceduto alle pressioni esterne e hanno imparato a diminuire il loro dolore personale conformandosi costantemente alla maggioranza. Oppure, hanno cercato di conformarsi rapidamente e sono diventati dipendenti dal potere che il collettivo è in grado di esercitare sugli altri. In entrambi i casi, non hanno mai realmente messo in discussione o meno se la “maggioranza” avesse ragione nel suo comportamento. Hanno invece deciso, ad un certo punto della loro vita, che la maggioranza ha sempre ragione, semplicemente perchè E’ la maggioranza.

MAI DISCUTERE CON I PROFESSIONISTI

Le pecore vengono facilmente impressionate da chi veste bene, ha un uniforme, un camice da laboratorio, o un diploma o un titolo in rilievo. Vedono e venerano il costume, a prescindere dall’uomo che sta al suo interno. Per le pecore, i titoli e le arbitrarie posizioni di autorità rendono superiori le opinioni di certi uomini, tanto da renderle immediatamente legge.

OSSESSIONATI DALLO STATO

Poiché la pecora media non ha la minima idea di come essere indipendente o autosufficiente, attribuisce la sua sopravvivenza al successo dello Stato. Reputa sacrosante le parole dello Stato e non ha il concetto di governo dal basso. Intesse lodi per le elezioni democratiche e per la partecipazione dei cittadini nelle decisioni, ma, quando lo Stato va contro la volontà popolare e fa quello che vuole, cercherà di razionalizzare questo atto criminoso.

Per loro, il governo, come costrutto, potrebbe essere fallibile (o meno), ma questa fallibilità non cambia la finalità del potere statale. Il governo non deve essere disturbato e certamente non vi devono essere opposizioni. Ribellarsi allo Stato è ribellarsi alla legge e la legge, nella loro mente, è dio. Le questioni morali sono irrilevanti. Sono talmente distaccati dalla loro coscienza che non vi è rimasto nulla, tranne un vuoto nero pece, in attesa di essere riempito dalle esigenze della oligarchia.

Quando si trovano di fronte a uomini che sono disposti a combattere e a morire per interferire con l’abuso di potere statale, rispondono con shock e repulsione. Come potrebbe un individuo mettersi contro la volontà della maggioranza e del governo? Come osano sfidare l’establishment?

IL FALSO PARADIGMA DI SINISTRA/DESTRA

Quando avviene il confronto, le pecore la buttano quasi sempre sulle opinioni politiche. Vi attaccheranno dicendovi che siete dei “comunisti”. Vi attaccheranno dicendovi che siete dei “fascisti”. La loro presunzione riguardo a ciò che vi renderebbe comunisti o fascisti è del tutto distorta e priva di significato. Questo, naturalmente, non è un problema per loro.

Non riescono a riconoscere la corruzione e la somiglianza tra i partiti, perché questo non è utile ai loro interessi. Non vogliono sapere che cosa sia il liberalismo rapportato con il neo-liberalismo. Non vogliono sapere che cosa sia il vero conservatorismo rapportato al neo-conservatorismo. Vogliono solo un modo semplice per respingere voi e le informazioni che portate senza ragionare troppo. E’ il falso paradigma destra/sinistra che rende tutto ciò possibile.

RISPOSTE PREVEDIBILI

Le pecore sono creature bidimensionali altamente prevedibili. Di fronte ai loro fallimenti, seguiranno una lista pre-programmata di risposte allo scopo di deviare e confondere discussione.

Sosterranno che “tutti pensano di essere più intelligenti degli altri”, e che, in realtà, la “verità è relativa”. La storia, però, non supporta questa visione contorta. Ci sono sempre stati momenti in cui alcune persone erano moralmente e intellettualmente corrette, mentre molte altre erano pericolosamente in torto. Alcune persone prendono decisioni che portano al caos e alla distruzione, mentre altre prendono decisioni che portano alla prosperità e alla creazione. La verità, la verità nuda e cruda, non è relativa. E’ inflessibile, è senza compromessi, ed è definitiva. Per avere successo come esseri umani ci si deve imporre di stare dalla parte della verità più volte possibile. Dire che la verità è “malleabile” a seconda dei nostri desideri particolari vuol dire essere sempre dalla parte del torto.

Le pecore si basano principalmente sulla diffamazione e sulla distorsione della logica, al fine di far deragliare dibattito. Non attaccano la vostra posizione, colpiscono soprattutto la vostra persona. Si fanno beffe, ridacchiano ma quando i giochi sono conclusi ci si rende conto di quanta poca sostanza vi era nelle loro parole.

Infine, useranno l’opinione di maggioranza come carta jolly e nella maggior parte dei casi non si tratterà di una tattica! Sono davvero convinti che se la maggior parte del pubblico accetta una convinzione, tale convinzione diventerà automaticamente un fatto. Il loro obiettivo, dunque, è quello di cavalcare sempre l’onda del parere di maggioranza in modo da sentirsi sempre dalla parte della “verità”. Naturalmente, questo modo di pensare, in passato, ha portato ad alcune delle peggiori atrocità. La mente collettiva non si preoccupa della libertà individuale, compresa la libertà di vivere in pace. La violenza fisica e psicologica in nome della conformità è molto comune in tali culture.

Le pecore sono marionette e il loro compito è quello di supportare, come delle cheerleaders, l’istituzione e soffocare tutte le voci oneste. Sono generalmente privi di alcun rimorso poichè non hanno mai dovuto affrontare conseguenze tangibili per il loro cieco sostegno del sistema. Cercano di rafforzare le sbarre della prigione perché il mondo esterno dove il pensiero e l’espressione sono libere, le intimidisce e le paralizza. In un ambiente dove la sopravvivenza dipende dal merito individuale e dai principi, le pecore non verrebbero valutate. Sarebbero inutili. Questo potrebbe spiegare il loro odio palese per gli individualisti. I ricercatori della verità che cercano di decentralizzare e incrinare il potere, stanno indirettamente tagliando il cordone ombelicale che li lega allo stato-balia. Vedono la nostra lotta per la libertà come una minaccia alla loro facile ed inutile esistenza. Purtroppo, il loro “benessere” deriva interamente dalla nostra schiavitù.

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