venerdì 28 giugno 2013

Bambini, pedofili e genitori: alle famiglie italiane non frega un cazzo dei propri figli!!

Scritto da Uriel Fanelli


Mi e' stato chiesto (questa volta sul forum) da due mamme allarmate di scrivere qualcosa riguardo ad un allarme pedofili che e' apparso sui giornali italiani, riguardo al fatto che ci siano milioni di foto di bambini in circolazione. Mi occupai (e ne scrissi) della cosa anni fa, dal lato telco, e tra parentesi sono stato relatore di una specie di conferenza sul tema, con l'aiuto di una ONLUS , di una radio locale e di una giunta comunale locale. Sebbene sia acqua passata, volevo riassumere un attimo la mia sensazione specifica, ovvero che il fenomeno si diffonde PERCHE' ALLE FAMIGLIE NON FREGA UN CAZZO DEI LORO FIGLI.



Per inciso, l'articolo che ha provocato allarme e' il seguente: http://www.nanopress.it/cronaca/2012/11/19/pedo-pornografia-10-arresti-in-italia-filmati-anche-neonati_P10864099.html
Andiamo per ordine. Lavoravo ancora in Italia, dentro una grande telco, in un gruppo detto "Ingegneria Reti". Era un gruppo che si occupava di gestire direttamente il traffico e le relative rotte, cosi' avevamo i sistemi di provisioning ed eravamo in grado di fare statistiche.

Ci arrivo' una richiesta da parte da un paese straniero, per conto di una telco consociata, a sua volta in contatto con un ministero degli interni straniero. Non era intenzione loro tracciare lo specifico caso - le questioni forensi arrivavano ad altri uffici - ma di avere dei numeri di massima per capire l'estensione di un fenomeno.
Il punto era questo: giravano per le scuole e nei gruppi di adolescenti e pre-adolescenti, e anche in alcune scuole ELEMENTARI, dei cosiddetti "magic numbers". Si trattava di numeri di telefono ai quali bastava inviare una fotografia di se' , presa allo specchio, da nudi, e inviando tale immagine in cambio il minore -spesso un bambino- riceveva una ricarica telefonica.

Il fenomeno si snodava su due media. Quello puramente telefonico, in genere in mano a ragazzini che non avevano -parliamo di diversi anni fa- un PC con una webcam. All'epoca non era comune che i PC l'avessero. Parliamo di piu' di 5 anni fa.


C'era poi un fenomeno che avveniva via internet, usando sempre come media finanziario la SIM del telefono. Significava che , inviando per email o per chat una foto di se' in posizioni piu' o meno erotiche, si poteva ottenere una ricarica alla propria SIM.

Le cifre andavano dai 10 ai 50 euro, fino a 100 se si trattava di coppie di amiche-ici disposte a prodursi in atti piu' o meno sessuali.

C'era poi un fenomeno piu' rilevante di adolescenti minorenni che si esibivano su vari siti di peep-show, di fronte alla webcam, di fronte ad adulti che pagavano per far fare loro, coppie o singoli adolescenti, delle cose piu' o meno porno.

Siamo quindi all'origine del traffico, ovvero all'origine delle fotografie. Molti in Italia si illudono che la stragrande maggioranza di queste immagini sia straniera. Pensano che siamo ancora al livello per il quale si', e' una cosa orribile di tutti questi bambini RUMENI o THAILANDESI che vengono abusati e fotografati in pose porno.

No, le cose non stanno piu' esattamente cosi'.

All'epoca, come consulente, molte cose mi erano proibite, cosi' il mio lavoro era di trovare correlazioni e di fare cercare dei pattern, allo scopo di avere dei numeri. Poi i pattern venivano analizzati da altri -di solito dipendenti autorizzati. Ma non e' questo il punto.

Il punto e' che per le tipologie -scuola elementare , media e superiori- , eravamo su numeri che andavano dai 15.000 ai 20.000 MMS/mese. Significa che in Italia, e non altrove, bambini dagli 8 ai 15 anni si facevano e si fanno fotografare di fronte allo specchio, nudi, e poi spediscono le fotografie a questi "numeri magici", che in cambio spediscono la ricarica telefonica.

La cosa esiste in due versioni, gay ed etero,



https://www.google.it/search?hl=it&safe=off&q=mirror+amateur+picture&bpcl=38897761&ion=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_cp.r_qf.&biw=1280&bih=880&um=1&ie=UTF-8&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi&ei=fm2yUJCYFIXotQarsoGgAw#um=1&hl=it&safe=off&tbo=d&tbm=isch&sa=1&q=mirror+amateur+picture+teen&oq=mirror+amateur+picture+teen&gs_l=img.3...4334.5190.0.5664.5.5.0.0.0.0.322.987.0j3j1j1.5.0...0.0...1c.1.TAtEDJSqQq4&pbx=1&fp=1&bpcl=38897761&biw=1280&bih=880&cad=b&sei=gG2yUNrtHMjTsgbzqoDABg&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_cp.r_qf.&sei=gG2yUNrtHMjTsgbzqoDABg
e per la versione gay:


https://www.google.it/search?hl=it&safe=off&q=mirror+amateur+picture&bpcl=38897761&ion=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_cp.r_qf.&biw=1280&bih=880&um=1&ie=UTF-8&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi&ei=fm2yUJCYFIXotQarsoGgAw#um=1&hl=it&safe=off&tbo=d&tbm=isch&sa=1&q=mirror+amateur+picture+gay&oq=mirror+amateur+picture+gay&gs_l=img.3...99513.101125.0.101517.7.7.0.0.0.0.172.965.0j7.7.0...0.0...1c.1.iKyAZ-pJq7c&pbx=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_cp.r_qf.&fp=cb496056d93761b6&bpcl=38897761&biw=1280&bih=880



Si tratta di normalissime query con google , per far capire un concetto: basta pochissimo (uno specchio, un corpo e un telefonino) per far scattare il commercio.


Questo fenomeno scende sino ai ragazzini di medie ed elementari, almeno agli ultimi anni: basta che abbiano un cellulare.


Il punto e' che oggi gli stessi ragazzini hanno webcam e computer, ma il punto non e' questo: il punto e' che serve un gateway, un modo veloce e poco controllato per far girare dei soldi, ovvero la SIM.

La SIM e' il gateway che permette la diffusione di questi "numeri magici" tra i minorenni.


Questa e' la fascia piu' ampia, nel senso che si tratta di una "zona" culturale nella quale l'offerta e la domanda si incontrano. Da un lato ci sono i minori che vogliono la ricarica del telefono, dall'altro ci sono i pedofili che pagano.


C'e' poi una fascia ancora piu' pericolosa, che definirei "scuola di calcio/palestra/campo solare, colf, baby sitter". Anche se non ci fate caso, siete usi lasciare i piccoli in moltissimi posti. In molti di questi posti li lasciate nelle mani di persone che possono avere voglia di fotografarli e vendere fotografie a qualcuno. Sempre in cambio di ricariche : esistono diversi siti specialzizati nello "scaricarvi" la SIM e darvi poi una parte del credito su una carta di credito, o sotto forma di whishlist su Ebay o Amazon.


Il meccanismo in questo caso funziona cosi': io faccio una shishlist su Amazon o su Ebay, scrivendo cioe' cosa vorrei. Diciamo telefonini, magliette, capi di abbigliamento o altri gadget costosi. (che poi magari rivendero' per soldi veri) . Il metodo di pagamento consiste nel comprare questa merce al ragazzino dopo che il ragazzino stesso ha inviato foto o filmati. O nel caso di colf o Baby Sitter, sempre dopo che con qualche scusa hanno fatto spogliare i bambini e li hanno fatti lavare. Non ci vuole molto, basta rovesciarsi addosso qualche cosa, e farsi quindi una doccia: ed ecco adulto e bambino insieme.

Questo lo fanno operatori dell'infanzia , colf e baby sitter.

Siamo quindi all'origine delle immagini e dei filmati. Siamo nel momento in cui esse si originano. Nel momento iniziale in cui vengono acquistate alla sorgente.


Possono fare qualcosa i genitori? Diciamo che sino a quando si usa una SIM per il traffico, il consiglio sarebbe di dare una POST pagata ai figli, in modo che , dalle fatture, si possa controllare il traffico ed eventuali ricariche periodiche e sospette.


Se si parla invece di meccanismi piu' sofisticati, come le wishlist , diventa tutto piu' complesso. Tutte queste immagini vengono raccolte e finiscono in apposite raccolte che vanno dentro "darknet". In realta' "Darknet" e' semplicemente la stessa internet di tutti quanti , semplicemente la mappa e' diversa.


Mettiamola cosi': supponiamo che io vi dia una mappa in italiano della Germania. Poi vi chiedo di trovare Aachen. Ovviamente, per quanto vi sforziate, non ce la farete: nella vostra mappa essa e' indicata come Aquisgrana. Cosi', il problema e' che di Internet non ve ne fareste niente se non ci fossero delle "mappe", cioe' dei DNS, e se non ci fosse un modo -che si presume univoco ma puo' non esserlo- di trovare le informazioni


Una darknet non e' altro che una diversa rappresentazione di IP e nomi di dominio. Gli IP possono essere fasulli usando tecniche di VPN e tunneling , e i nomi a dominio possono essere manipolati usando DNS privati.


Ora, mi si dice: ma non potreste bloccare le darnket?


La mia risposta, dopo l'esperienza di conferenziere , e' semplice: non potreste controllare che le vostre figlie non fossero delle piccole bagasce, e che i vostri figli non fossero dei marchettari a caccia di vecchi bavosi?


Perche' in realta', con la sola esclusione del caso colf-baby sitter-operatori scolastici\dell'infanzia - che riguardano bambini molto giovani da ascoltare con molta attenzione- si tratta di fenomeni ove l'offerta incontra VOLONTARIAMENTE la domanda.


Se vostra figlia a 14 anni e' disposta di vendere fotografie mentre lecca la patata ad una sua amica, il problema non e' che le fotografie finiranno ad alimentare un commercio sporco. Quelle sono le conseguenze del problema. Il problema e' che vostra figlia e' una bagascia e voi non state facendo niente per evitarlo, anzi: non ve ne siete neanche accorti.


O meglio: non ve ne VOLETE accorgere.


Come scrissi, una ONLUS di genitori mi chiese di fare una specie di conferenza. Un comune molto sensibile ci presto' la sala, una radio sensibile all'argomento ci presto' del tempo per annunciare l'iniziativa, e io ci misi il mio per spiegare questa cosa.


Erano presenti... ecco. Gli unici genitori presenti erano genitori che SI ERANO ACCORTI del problema, perche' per caso avevano messo gli occhi su un cellulare dei loro figli. Poi c'erano gli operatori interessati (tipicamente della scuola. Ma era dovuto all'ufficialita' della cosa: fa sempre bene farsi vedere se il provveditore sponsorizza qualcosa) e poco piu'.


Sebbene io non possa lamentarmi del pubblico, il punto che fu chiaro e' che AI GENITORI NON FREGA UN CAZZO DI NIENTE.


No, non sto scherzando.


La pura e semplice verita', emersa nei giorni successivi , quando ci fu il giro di "e' stato interessante, avresti dovuto venire", e' che QUALSIASI COSA era stata piu' importante di sapere che genere di pericoli corressero i PROPRI figli. Dovevo fare la spesa, dovevo andare dal parrucchiere, dovevo fare questo e quello, sembra che tra gli impegni di una famiglia NON ci stia , o non sia urgente, sapere che diavolo di pericolo corra il pargolo. Sapete perche'? Perche' la media pensa che si tratti di pericoli che corrono I FIGLI DEGLI ALTRI.


Non e' possibile, dal lato telco, bloccare questo fenomeno.


Per diverse ragioni:



  • Gli adolescenti ed i ragazzini sono usi inviarsi foto pornografiche o semipornografiche. Ormai fa parte delle "peove d'amore" dei giovani fidanzatini. Mi ami? Mandami una foto delle tue tette.Esiste un traffico enorme di queste foto, per cui un sistema automatico che riconoscesse il pattern all'interno degli SMIL (parliamo di MMS) genererebbe una quantita' enorme di falsi allarmi e di inchieste su minori innocenti. Il che scatenerebbe le ire dei genitori.
  • Il secondo punto e' che gli adulti sono usi mandarsi foto di minori nudi. Il problema e' che un sistema automatico che li intercetti produce errori catastrofici, come il professionista fermato qualche anno fa perche' aveva portato con se delle foto di sua figlia -di pochi anni- nuda in spiaggia al ritorno dalle vacanze, e un fotografo zelante le aveva viste e denunciate. Produrre migliaia di casi del genere non ha senso.

  • In ultimo, con gli smartphone ormai le fotografie non viaggiano piu' attraverso MMS che sono costosi, ma attraverso una miriade di applicazioni smart, le quali criptano il traffico. Spacchettare il traffico e' possibile, e a volte relativamente semplice, ma le applicazioni sono troppe e come se non bastasse si aggiornano di continuo.

  • Ultimo, oggi la modalita' di accesso ad internet dei minori e' cambiata, e il computer con la webcam si trova nella stanza dei ragazzi. Il risultato e' che a stanza chiusa gli stessi genitori non sanno piu' cosa facciano i figli al computer, AMMESSO CHE LO SAPESSERO PRIMA. 
Si potrebbe tracciare il sistema delle ricariche sulle SIM, ma con l'arrivo delle wishlist dei vari siti di e-commerce il pagamento avviene ormai mediante wishlist di vestiti, gadget, eccetera.

In definitiva, cioe', oggi i minori si vendono.

Ci sono migliaia e migliaia, se non milioni , di giovani mignotte e piccoli marchettari che non solo acconsentono a vendersi, ma si PROPONGONO ai raccoglitori di foto e filmati.
Ora, capite bene che se anche si bloccasse la "darknet", le foto finirebbero su CD e altri supporti. Non c'e' modo di fermare un fenomeno SE LA DOMANDA INCONTRA L'OFFERTA.

Se i genitori fossero, ripeto FOSSERO interessati al fenomeno , probabilmente il problema sarebbe risolvibile. Ma, come dico, avendone parlato in giro un bel pochino, l'opinione media dei genitori e':

  • Io il figlio l' ho fatto e le mie responsabilita' finiscono li'. Adesso tocca allo stato , alla scuola, alla polizia e alle aziende telefoniche ed agli ISP fare il resto. LA mia parte era di metterci una fica ed un cazzo per mettere al mondo il pargolo. Sgravatolo, sono tutti cazzi di altri.
  • Mi sento responsabile del figlio, ma non posso sorvegliarlo di continuo. Quindi, deve sorvegliarlo di continuo qualcun altro. Che non sono io. (E se la porcheria avviene a casa, sia chiaro che non dovete neanche permettervi di occhieggiare casa mia, seno' scoprite che io ho l'amante.)

  • Io non ne capisco un cazzo di informatica, il che mi ASSOLVE da qualsiasi cosa avvenga in quel satanico media che e' Internet, il computer e il cellulare. Si stava tato bene quando non c'erano, e la soluzione e' vietare internet, il cellulare e il computer. Siccome non li capisco io e mi fanno sentire ignorante, la soluzione mi piace e la scusa e' buona.

  • Sono solo immagini, in fondo male non fanno. Se ci cava dei soldi, beh, tanto sono solo foto. I problemi sono altri.Non voglio sapere che si alimenta un giro di criminalita' che potrebbe anche cercare di non limitarsi alle foto, tanto se succedra' succedera' ai bambini dell'africania citeriore. Da noi queste cose non succedono, e se succedono succedono in Citta', quel luogo malvagio e depravato. Mica qui a Sbrembate sul Catragno di Sotto.

  • Mia figlia/mio figlio non sono cosi'. Sono cose che succedono solo in famiglie disastrate, di terroni/di polentoni/di immigrati in famiglie dove c'e' una certa cultura, e comunque in certe classi sociali di disperati. Mia figlia/o non c'entra. Siamo brave persone e rifiuto di pensare che possa succedere a me.



Cosi', tutti i giornali mettono sempre in risalto il posto dove SI SONO TROVATE le foto, cioe' le darknet, ma non i luoghi da cui esse originano ne' i meccanismi con cui originano.

Ripeto: ANNI FA giravano migliaia e migliaia di "magic numbers" spedendo una fotografia ai quali si veniva poi ricompensati, sotto forma di ricarica o di acquisto online. Non so, perche' sono passati molti anni, se oggi esistano sistemi piu' diffusi a riguardo, ma il problema e' che le foto ORIGINANO dai VOSTRI figli.
Solo che voi non ci volete credere. Non chiederete mai al pargolo di farsi una postpagata per controllare se riceve ricariche. Non comprerete mai voi la SIM per poi farvi l'account sul customer care del sito e controllare se arrivano ricariche. Spesso credete alla storia dei regali di compleanno, per cui ad un certo punto il bimbo arriva a casa con un oggetto nuovo , dice che glielo ha regalato un amico, e voi non controllate. 


In generale, l'interesse dei genitori a questi temi c'e' davanti al TG, quando arriva la notizia e ci si sdegna tra la pasta ed il secondo. Ma se viene chiesto di fare qualcosa, di spendere tempo per controlli e verifiche, magari eseguiti con discrezione, e per AGGIORNARSI ed INFORMARSI a dovere, beh: la radio ha diffuso la notizia della conferenza che tenni a circa ad un bacino di 200.000 case.

Se vi dicessi quanti genitori sono venuti, non ci credereste. E rimarreste molto delusi.

Se vi dicessi quante persone accorrono in altri paesi, alle stesse conferenze organizzate dalle scuole, vi chiedereste se in Italia davvero le famiglie siano questa bonta' "Mulino Bianco" che vi immaginate.

Vennero un pugno di famiglie, che avevano scoperto o sospettato qualcosa -e di fronte ai fatti devi aprire gli occhi- e tutta una serie di operatori del settore, che di fatto erano tutti gli spettatori. le famiglie, che erano di fatto le destinatarie della conferenza, semplicemente non vennero -a parte le socie della ONLUS in questione.

La mia personale opinione e' che non freghi un cazzo a nessuno.

E che questo succeda IN MASSIMA PARTE perche' non frega un cazzo a nessuno. Dietro tutta l'immagine della famiglia italiana mulinobianco, c'e' il disinteresse piu' assoluto, e il "non ho tempo per". Rifarsi le unghie e' piu' importante.


Uriel

Donne dududu: anoressia intellettuale

Scritto da Uriel Fanelli

Questo post inizia, si , con un bel bagno di cazzi miei. In questi giorni sto ricevendo una proposta di lavoro che come sede di lavoro ha "home office", e quindi e' balenata l'idea di tornare in Italia lavorando per una telco neozelandese.(1) Di per se' la cosa e' interessante, cosi' e' partita una riflessione profonda sul se e sul perche' rimanere o tornare. E la risposta e' che rimarrei comunque: per mia figlia, per Lady Uriel, perche' la condizione della donna in Italia e' troppo miserabile intellettualmente per poterci vivere. E no, Berlusconi non c'entra.

Indirettamente , si tratta del motivo per cui sono venuto via: un lavoro, e anche bello, ce l'avevo gia', ma il problema non sta sempre nella panza. Ci sono cose che non puoi tollerare per tua figlia, e per certi versi anche per tua moglie.

Il primo punto e' che su questo punto l'Italia e' cosi' indietro che anche quelli che sono "avanti" appaiono obsoleti. Cioe', se tu hai un ritardo medio di 40 anni, ed i progressisti del tuo paese sono comunque piu' avanti degli altri di 20, nel migliore dei casi sei ancora piu' indietro di 20. Certo, meglio -20 che -40, ma pur sempre un bel segno meno.

Cosi', ogni dibattito sulla condizione femminile in Italia si ferma ad uno stadio obsoleto in cui si discute se lavorino , e non se siano libere di lavorare o meno. Si dice che con Berlusconi sono troppo nude, senza discutere se una sia libera di essere come gli pare (nuda o meno) o no. Si dice che il corpo delle donne sia usato male sulla stampa, senza chiedersi se una donna sia libera o meno di apparire nuda su un giornale o no. Tutto quello che ci si chiede e' se sia meglio un obbligo od un divieto.

Ma questa discussione stessa e' obsoleta, perche' nel momento in cui qualcuno si riunisce a decidere come debbano e come non debbano essere le donne, domanda alla quale la risposta moderna (l'unica possibile) e' "un pochino come cazzo piace a loro" , siamo ancora nella condizione in cui qualcuno dice alle donne come dovrebbero essere. Il che da solo testimonia che qualcuno si sente ancora nel diritto di decidere cosa sia giusto e cosa no per una donna.

Se qualcuno pretende di decidere se le donne debbano o meno seguire il modello berlusconiano, il problema non e' il modello berlusconiano, e' che qualcuno pretende di decidere se le donne debbano seguirlo o meno. E si sente nel diritto di farlo.

Il semplice fatto che esista una discussione di pochi su come dovrebbero essere tante donne mostra come ci sia ancora una sorta di patria potesta', ovvero come qualcuno si ritenga ancora nel diritto di dibattere sulla vita altrui. Se una donna , o tutte le donne, decidono domani da adulte di diventare uno stereotipo berlusconiano, il problema non sta nello stereotipo berlusconiano, ma sulla loro liberta': se hanno scelto liberamente , possono farlo.

Questa cosa che le donne possano scegliere liberamente qualcosa (mettere il chador o meno, per dire. I francesi si sono accorti di aver fatto una legge che decide come si devono vestire le donne francesi?) su cui non si e' d'accordo da' molto fastidio anche nei paesi che si credono avanzati, ove magari non obbligano la gente a portare il chador, ma lo proibiscono, e non si rendono conto che l'obbligo ed il divieto violano la stessa liberta'.

Ma neanche questo e' il vero problema. Il problema della miserabile condizione femminile in Italia e' semplicemente legato al fatto che le donne in Italia iniziano a pensare dopo i 50-60 anni. Tranne rarissime eccezioni, che non si sposano perche' per i maschi poi diventano una specie di aliene.

La donna italiana attraversa tre fasi, forse tre e mezza.


  • Nella gioventu', il suo unico scopo e' essere bella e superare il confronto con le altre ragazze. Fine. Alla voce "interessi &hobby" in un CV scriverebbero "tutto quel che serve per essere piu' figa". Niente di piu'. Bambanano di essere piu' "mature" dei loro coetanei maschi, ma se le osservo ci vedo delle iinutili bambole di carne che si sforzano di imitare la Barbie e passano il tempo a linciarsi a parole a vicenda. Oppure, nel caso di quelle che cercano di essere "intelligenti", alla Barbie si sostituisce un qualche altro stereotipo altrettanto noioso e deforme, che va dalla fricchettona alla brava ragazza di chiesa, e il risultato e' un essere che solo l'eccesso di ormoni dell'adolescenza puo' considerare attraente.
  • Tutto questo dura sino al matrimonio, ovvero al primo figlio. Li' una specie di ebete che sa tutto sul fard e su qualche gruppo musicale passa da Donna (condizione miserabilissima di totale piattezza intellettuale) a Donna+, ovvero per la prima volta la donna italiana prova l'ebbrezza di essere una persona. Questa sensazione di ebbrezza e' cosi' forte da causare la sindrome di Superman: aprono negozi, si danno al rafting, solo il cielo e' il limite di una Mamma. L'effetto "Pacman che mangia la fragolina" dura 5-6 anni, quando l'autostima torna a zero e si va col secondo figlio o con la piattezza totale. 


  • Finalmente arriva la menopausa, i figli sono fuori dalle palle, e le donne diventano persone. Verso i 50/60 la donna italiana diventa interessante, ovvero una persona con cui puoi parlare dieci minuti senza sognare di discutere con un armadio a muro per avere risposte logiche, e inizia a sviluppare degli interessi. In quel momento, scoprono che gli piace l'Opera.O il tennis. O i viaggi. O la fotografia. E leggono. E quando ci parli di un argomento ti tornano indietro delle risposte che hanno, incredibile a dirsi, dei contenuti. Sullo stesso argomento! Incredibile. Se vuoi parlare con un essere umano e non con un bidone di stereotipi e risposte degne di Siri(2), devi parlare con donne che abbiano piu' di 50-60 anni. 



Si, esiste una minoranza che non segue queste regole. In generale, passano la prima parte della loro esistenza a schivare idioti, perche' i maschi non sono messi tanto meglio , nella seconda fase i maschi sono messi meglio perche' il tasso di testosterone e' calato, ma loro sono incapaci di concepire niente come "sono una mamma, non una stupida donna" (col risultato che molti uomini scappano a cercare una sbarbina che almeno vi parlera' del loro cantante preferito e non solo di scarpine) e solo ad una certa eta' le donne intelligenti iniziano a trovare qualcuno di intelligente con cui parlare.


Ora, a me non frega molto delle colpe. Adesso forse nascera' una diatriba sul fatto che e' colpa di Berlusconi o no. Ma personalmente me ne fotto: se nei CV delle donne ci scrivo "interessi & hobby" , il 75% dei CV di donne riporta si e no "musica e uscire con gli amici". Qualche volta. Di solito la voce nei CV femminili non figura nemmeno, e solo di rado figura in quelli italiani.


La verita' e' che in Italia c'e' una vera e propria morte intellettuale. Non una morte culturale, o una morte civile. Una morte intellettuale. La stragrande maggioranza degli italiani non fa niente che non sia lavorare e mangiare. Interessi? Hobbies? Qualsiasi stracazzo di cosa cui pensare dopo il lavoro? No, niente.


Oltre al lavoro e alla casa, uomini e donne pensano a quanto ascoltano in TV. L'italiano svolge la propria vita fra tre mondi: ufficio, casa, telegiornale. Le donne, che lavorano molto meno, hanno "casa, telegiornale". Se almeno al lavoro l'uomo riesce a scambiare qualche -dico qualche - contenuto esogeno perche' magari ha il collega vegano che gli parla di dieta, o il collega complottista che gli parla di scie chimiche, la donna ha tre fasi: "scuola + TV", "casa + TV", 'finalmente qualche interesse + TV". L'uomo ha tre fasi: "scuola + sport/figa + TV". "casa + ufficio + TV", "malinconia + casa + TV".
La morte di qualsiasi cosa stia tra le orecchie. 

Polli da batteria. In italia non sta morendo l'economia , o la cultura, o il senso nazionale, o il senso civico, o qualsiasi altra cosa. Sta morendo l'intelletto. E' piu' divertente parlare con Siri: si impara molto di piu'. E se considerate che NON possiedo un iPhone, e' tutto dire.
E se questo fenomeno e' gia' fortissimo per gli uomini, che sono dei mongospastici per il 60% dei casi, la donna passa un'adolescenza intellettualmente cosi' miserabile e priva di stimoli che quando finalmente rimane gravida si sente promossa antropologicamente, quasi al ruolo di persona. "Sgravo ergo sum".

Parlavo con la nuova giovane segretaria della mia azienda. In Italia sarebbe immediatamente nella categoria "sono cosi' gnocca che non mi serve essere nient'altro". Ha come hobby la modellistica in legno (3) e i Lego Technik. Un'altra colega frequenta un club di cultura greca, e sta studiando i balli tradizionali greci.
Ricordo la mia segretaria in Italia. Quella meno bella era sposata e quindi era sposata. Che altro c'e' da dire? Forse che una donna sposata con figli puo' essere qualcosa d'altro? La figa aveva un solo hobby. Aperitivo e locali, shopping per ballare. Una barbie che meritava solo di saltare in aria su un campo minato afgano.

Se almeno il lavoro salva il maschio italiano dandogli un paio di argomenti in piu' di cui parlare, la donna spesso non lavora e muore ancora peggio.

La situazione sta migliorando? Si, qualcosa sta migliorando. COn mia grande sorpresa, lo sport e' approdato tra gli hobby femminili. Oddio, non e' che uno desideri per forza la falegnameria, ma almeno vedere il rugby che si diffonde fa piacere. Ma e' ancora pochissimo.

L'emancipazione femminile non e' credibile, in Italia.


Non so se avete presente un gruppo di pulcini in una scatola. Immaginate di chiudere un gruppo di pulcini in una scatola di cartone rovesciata. Staranno dentro , e sono nella condizione delle tanto compiante donne oppresse. Ma se poi togliete la scatola, i pulcini iniziano a correre in tutte le direzioni. Questa e' la liberta'.
Adesso immaginate di togliere la scatola e che i pulcini rimangano chiusi nello stesso quadrato di prima. Fermi. Immobili. A fare le stesse cose di prima. Nello stessospazio compresso di prima.Non essendoci VOGLIA di liberta', essa non viene usata. La scatola e' DENTRO i pulcini.

Cosa sta succedendo? Sta succedendo che la scatola di cartone e' DENTRO di loro. Avete dato loro tutta la liberta' togliendo il cartone. Ma questa liberta' e' impossibile da godere se non c'e' appetito per la liberta'.
Non so per quale motivo, ma l'Italia e' entrata in uno stato che definirei "anoressia intellettuale", una specie di malattia per cui la persona non ha piu' fame di stimoli intellettuali. Non legge, non fa altro che guardare i telegiornali, non ha hobbies, non fa niente che non sia lavorare , mangiare, dormire, e per le feriepartecipare al gigantesco barbecue di chiappe collettivo su qualche spiaggia.
Tutto quello che fanno le donne "intelligenti" in Italia e' semplicemente recitare la parte delle donne intelligenti, con risposte programmate e prevedibili, tipo Siri sotto LSD, con una militanza politica cosi' vuota di idee che una conversazione e' uno spreco di tempo, e intellettualmente si tratta solo di un'altra scatola.

Le donne italiane si sentono superiori a quelle che portano il chador, ma almeno la donna che porta il chador puo' scegliere quale indossare tra quelli che ha nell' armadio: la donna italiana non sa nemmeno di indossare un chador sul cervello, sotto la pelle, e in una discussione ha cosi' pochi argomenti che no, non vale la pena. Non imparerete niente che non abbiate mai sentito dire prima.

Noia. Noia. Noia. Noia. La piu' mostruosa noia da morte intellettuale della storia. L'italia e' un paese noioso di gente noiosa, specialmente le donne, almeno sotto i 50/60.

Cosi' si ripropone lo schema: sono venuto via per "salvare" dalla morte celebrale due donne, di cui una ancora bambina, e no, nella scelta non tornerei.

Qualcuno deve uscire prima dall'anoressia intellettuale. Qualcuno deve iniziare ad avere di nuovo fame di novita'. Fame di cose mai viste, mai fatte, mai provate, mai dette.

Un tempo gli italiani erano famosi per la loro curiosita', l'intraprendenza, la vitalita': oggi sembra di parlare con una segreteria telefonica. Dov'e' la voglia di vivere? Oh, certo: discoteca e uscire e ubriacarsi. Questo e' trasgredire, e se non trasgredisci cosi' non vivi, perche' vivere e' trasgredire e trasgredire e' vivere e avere hobby e' da uomini e comunque e' da ricchi e comunque non ho tempo.

E comunque sei fottutamente MORTA, questo e' il punto. Il tempo, se non te lo riservi non lo troverai mai.

Cosi' si, se non esce da questo coma vegetativo, la popolazione italiana e' intellettualmente interessante quanto un campo di cavoli: per avere 50-60 partecipanti dal QI umano su questo blog ho dovuto raggiungere i 220.000 visitatori. Con percentuali simili, vivere in un posto simile e' interessante e stimolante quanto giocare a Bowling nel ruolo del birillo.

"SI tira avanti", e' la locuzione per indicare questo stato di noia cronica priva di stimoli intellettuali. Un modo elegante per dire che si aspetta la morte, e se almeno alcuni uomini fanno lavori che li portano ad incontrare qualche novita' o qualche stimolo interessante, le donne iniziano a togliersi il chador dal cervello attorno ai 50-60 anni.

Far crescere una figlia cosi' significa condannarla ad una condizione intellettualmente subumana per i primi 50-60 anni, per poi - forse - vederla sbocciare a 50-60.

No, mi spiace.

Se anche ho la possibilita', rimango qui.

Con rabbia, si. Mi infastidisce. Non mi piace. Mi fa INCAZZARE vedere una nazione ridotta ad un cumulo di piagnucolanti fantocci che aspettano la morte a tavola accusando qualche straniero (USA, CIna ed ora Germania) di approfittare della loro rancorosa sonnolenza.

Ma purtroppo, quei diecimila facinorosi coi quali vorrei tornare non li trovo.

Forse non ne sono ancora emigrati abbastanza, di incazzati. O forse anche loro si chiedono quale sia il contenuto epico di una carica di cavalleria , quando la fai in un campo di cavolfiori. Per salvare i cavolfiori.

Io ancora ci spero, anche se non ci credo.

E no, non mi tirate fuori la solita "statistica che dimostra che". So scrivere numeri anche meglio di cosi', fregarmi non e' cosi' semplice.

martedì 4 giugno 2013

Il vero motivo per cui non tutti possono essere artisti.


Cos’è l’Arte?
Chi è l’artista?
Perché, oggi, si arriva a definire “artista” chi vince un programma televisivo di talento canoro?
O una qualsiasi popstar costruita a tavolino?
O un qualsiasi “caso letterario”, di solito femminile e minorenne e pruriginoso?

Ogni mestierante, ogni artigiano, ogni interprete, chiunque dimostri di essere sufficientemente tormentato (e di prendersi molto sul serio), oggi ha la patente di artista.

L’impressione è che “artista” sia oggi una parola usata con molta leggerezza. Se non abusata.
Però non accusatemi subito di snobismo, perché il mio criterio di discrimine non ha niente a che vedere con la qualità.
Il mio discorso è esistenziale.

Tutti sentiamo in noi qualche pulsione che definiamo “artistica”. Nessuno escluso.
Chiedete agli insospettabili. Perfino il mio ex macellaio Fernando, l’essere umano più rozzo che mi sia stato dato incontrare, andava in estasi per la sua collezione di boccali da birra. Collezionare era la sua arte.
Ognuno è disposto a concedere l’esistenza della Bellezza e ognuno coltiva qualche sua forma di estetismo. Si dice che il CSS è un’arte, ed è vero. Tanti programmatori si emozionano per un bel codice e ci vedono, sicuramente, qualcosa di artistico. La ricerca dell’arte intesa come tensione al Bello è in noi.
Diverso è, al massimo, il nostro grado di consapevolezza.

Per consapevolezza non intendo la raffinatezza. Intendo il rendersi conto di avere un impulso al bello che può declinarsi in qualche espressione.
Chi in questa vita può studiare, viaggiare, fare esperienze, spesso accresce il proprio livello di consapevolezza. E spesso, per il fatto di conoscere meglio la storia dell’arte, si sente più artista degli altri. Invece è solo più raffinato.

Chi è dispensato, grazie alla ricchezza, dalle grettezze della vita quotidiana, si sente spesso un prescelto. Crede di potersi, di doversi anzi, dedicare ai propri impulsi artistici. Quanti gentiluomini annoiati si davano, e si danno, all’arte, per passatempo e capriccio. Eppure erano e sono in buona fede, credono davvero di essere artisti, esteti, anime particolarmente sensibili e tormentate, un gradino sopra agli altri.

Ma l’arte ci mette un gradino sotto, non sopra. Cercare di sublimare la vita attraverso espressioni artistiche è una forma di fuga –comprensibile- dalla incomprensibile realtà. L’ho sempre pensato: l’artista è qualcuno che non sa vivere, felicità terrena e arte sono incompatibili. L’arte ti abita come un demone, ti spossessa del tuo corpo e ti spinge alla follia, al martirio. A prescindere dalla grandezza, dalla bellezza del risultato raggiunto, i veri artisti confermano lo stereotipo di essere persone “mezze matte”, perché hanno preso,consapevolmente, una distanza dalla vita.
Non serve ricordare gli artisti morti giovani, pazzi, suicidi eccetera. Anche chi non si è spinto verso le conseguenze più estreme dell’alienazione era un alienato. E ripeto: tutto questo indipendentemente dalla grandezza/bellezza del risultato raggiunto.

Bisogna scegliere se essere felici o essere artisti. Se essere nella vita o essere nell’arte. L’arte vuole ben piu’che dedizione. Vuole tutto il nostro essere. La convenzionalità non porta alla sua strada. E nemmeno il dolore, per quanto grande, se è convenzionale. E’ l’atteggiamento, il distacco dalla convenzione con cui siamo immersi nell’esistenza, che stabiliscono il primo passo. E non escludo che molti l’abbiano fatto quel passo, e poi, sconvolti, siano tornati indietro.


Ma oggi chiamiamo “artista” qualcuno che vince un programma come X Factor. Cioè il contrario di un alienato: un superintegrato, una persona che ha un dimostrabile successo, un vincente. Tecnologia e cultura hanno formato l’impressione che l’arte sia alla portata di tutti, raggiungibile senza fatica: tutti fotografi con Instagram (vedi l’ottimo articolo di Piero Vietti), tutti dj con Tractor, tutti scrittori con un laptop e un blog, tutti modelli con Photoshop, tutti registi con una Canon 5D e un Final Cut craccato. (Se non c’è una tensione collettiva a esser tutti pittori, è solo perché la pittura in questo momento storico non è trendy).

Dico raggiungibile “senza fatica” e non parlo banalmente degli sforzi per la padronanza della tecnica. Perché puo’ anche darsi che qualcuno, appassionandosi con Instamatic, si metta a studiare fotografia seriamente, e la conquisti, la tecnica. Puo’ anche darsi che qualcuno che non avrebbe mai posseduto una macchina da scrivere -figuriamoci imparato a usarla- scopra, picchiettando le dita in Word, una vena letteraria. La fatica di cui parlo è il sacrificio consapevole. Quanti si lasceranno realmente conquistare dal demone? Quanti avranno il coraggio di seguire quella voce fino in fondo?
Chi preferirà perdersi nel proprio trip rinunciando, se il caso, anche alle luci della ribalta?

Per definirsi artisti, sentirsi “fuori posto” aiuta, ma non basta. Fuori posto bisogna proprio starci, non solo sentircisi. Anche sentirsi “incompresi” è un buon inizio e un buon indizio. Abbracciare l’incomprensione della maggior parte degli uomini, accettarla come pedaggio dell’esser nati in questo mondo, è il passo successivo.

L’arte è esclusivista. Vuole che ci si chiuda a chiave dentro di lei. Stabilisce un confine tra l’artista e il mondo, un confine invalicabile, una soglia da cui non si torna.
L’arte chiede all’artista un sacrificio immane. L’arte puo’ anche essere una vocazione, ma è –comunque- una scelta. Non credo all’inevitabilità dell’arte. Anche Van Gogh e Ian Curtis avrebbero potuto salvarsi, tirarsi indietro.

L’artista si immola per l’umanità. L’artista va trattato con rispetto. Di lui dobbiamo essere orgogliosi. Ha avuto un coraggio che pochi hanno davvero: allontanarsi di un passo per riunirci tutti nel suo sguardo.
L’artista è colui che più di tutti merita onori e successo perché a lui onori e successo sono indifferenti. A lui interessa solo una cosa: l’arte per cui vive.

A tutti gli altri, a quelli che lo fanno per passatempo e in buona fede, e che di solito hanno più successo degli artisti veri, va tutta la mia comprensione. Ma non la mia stima.

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