"Perchè un'importante multinazionale del tabacco dovrebbere cercare di impedire alle persone di fumare?"
E’ così che si presenta la home page della Philip Morris International, la società leader nel settore del tabacco che vende in oltre 160 paesi nel mondo. Nata nel 1847, va man mano estendendosi finendo per ricoprire circa il 50% del mercato globale.
Breve premessa: la società è nota , non solo per il monopolio di quello che è divenuto uno dei più grandi beni di consumo dell’ultimo secolo, ma anche per essere proprietaria di numerosi tra i più grandi marchi al mondo di alimenti. (Pare, a questo punto, d’obbligo citare la magnanimità dell’azienda con qualche dato e nome: il 72% dei suoi profitti proviene dalle sigarette, ma il 56% delle sue entrate complessive proviene da prodotti alimentari, motivo per cui, in un modo o nell’altro, l’argomento tange fumatori e non. In Italia opera nel settore alimentare attraverso varie divisioni e società fra cui:
Fattoria Osella Spa, Fini Telesforo, Invernizzi Spa, Jacobs caffè srl, Kraft, Jacobs, Suchard Italia Spa, Simmenthal. Anche presente con i marchi : Baika, Bittra, Suchard, Caramba, Cote d'Or, Dover, Faemino, Fini, Gim, Hag, Invernizzi, Invernizzina, Jocca, Legeresse, Lila Pause, Maman Louise, Mato Mato, Mayonnaise, Milione, Milka, Milka Slurp, Milka Tender, Mozary, Negroni, Osella, Philadelphia, Primolo, Simmenthal, Sottilette Kraft, Splendid, Spuntì, Terry's, Toblerone, Vallé, Yoplait.
Dunque, tornando alla domanda della pagina iniziale della PM, mi sembra più che doveroso dover riportare ALCUNE delle lampanti manifestazioni della coerenza dell’appena menzionata azienda:
“Perché un importante produttore di sigarette dovrebbe impedire a qualcuno di fumare?”
Negli anni fra il 1990 e il 2000, Philip Morris e BAT sono state complici nell’utilizzo di strategie utilizzate per impedire che i governi dell’America Latina adottassero misure contro il tabacco; in più, segretamente, si sono accordate per spartirsi il mercato dell'Argentina, del Venezuela e di altri paesi dell'America Latina . In tali strategie erano insite azioni di pressione per impedire legislazioni sfavorevoli alla pubblicità del tabacco (Il tutto dettagliatamente riportato nel rapporto Profits over people, scritto da Stella Aguinaga nel dicembre 2002).
I seguenti punti sono riportati così come scritti nel sito ufficiale della Philip Morris (e poi commentati) :
1- Il fumo in età giovanile è un problema di portata mondiale : “I bambini che fumano possono sviluppare una dipendenza, hanno forti probabilità di continuare a fumare da adulti e rischiano di contrarre il cancro ai polmoni e altre gravi malattie più avanti negli anni. Nessuno vuole che i bambini fumino. Il problema è come evitare che lo facciano.”
La PM, preso atto della gravità del problema e del fatto che negli ultimi decenni il consumo del tabacco nel nord del mondo è in diminuzione, ha avuto la perspicace idea di investire 813 milioni di dollari nel 1996 per pubblicità “extracomunitaria”, fuori dagli USA ,che ha avuto come effetto quello di incrementare del 70% il consumo di sigarette nei paesi del terzo mondo negli ultimi 25 anni ; dai dati relativi a tali statistiche, ne risulta che le aggressive campagne pubblicitarie sono state mirate soprattutto su donne e minorenni.
2- Sostegno di una legislazione efficace “Lo sviluppo di una normativa è importante in qualsiasi industria, ma per una società di tabacco è fondamentale. Fornisce stabilità e prevedibilità e genera pari opportunità competitive. È per questo motivo che supportiamo una normativa solida ed efficace sia per i prodotti che per l'industria e ci impegniamo a collaborare con i governi e le autorità sanitarie per raggiungere questo obiettivo”…
Da anni insieme ad altre multinazionali del tabacco sono impegnate in una colossale campagna per evitare che le autorità statunitensi adottino provvedimenti contro il fumo. L'obbiettivo è di fare diminuire le tasse sul fumo e smantellare controlli e divieti. E' tra le imprese che finanziano i partiti statunitensi, Nel 2002 ha speso 3,8 milioni di dollari (23% al partito democratico e 77% a quello repubblicano). Ha fatto in maniera tale che il suo monopolio si estendesse anche in quei paesi che si opponevano all’importazione.
3- Riguardo alla salute pubblica siamo determinati nell'essere aperti riguardo agli effetti del fumo sulla salute e stiamo lavorando per rispondere alle preoccupazioni dell'opinione pubblica relativamente ai nostri prodotti (…).Collaboriamo con i governi e le autorità sanitarie per contribuire a creare una solida ed efficace normativa sul tabacco".
IARC è acronimo di International Agency for Research on Cancer, detta le linee guida sulla classificazione del rischio relativo ai tumori di agenti chimici e fisici. Nel 2000 sono stati ricostruiti i tentativi compiuti dall’industria del tabacco per ostacolare i risultati dello IARC sul fumo passivo. Oltre ad essere di primaria importanza l’essere in possesso di un’equipe di persone specializzate e in grado di accreditare, ogni quando occorre, l’immagine dell’azienda, è necessario, soprattutto nel caso di un prodotto che interferisce con l’andamento ciclotipico della salute di un individuo, che non ci siano troppi contro ma infiniti pro. Nel 1988 lo IARC avvia uno studio sui collegamenti tra fumo passivo e salute. Nel 1993 la PM, cominciando a temere gli effetti di tale studio e i risvolti che avrebbe preso sul commercio del tabacco, comincia ad adire su più fronti : rafforza il lavoro d’intelligence dietro il marchio, rafforza i contatti con i ricercatori scientifici. Conoscere le mosse di uno studio può avere un duplice effetto: agire con una terapia d’urto sull’opinione pubblica, boicottare quelli che sono i risultati. E la PM operò da entrambi i lati, boicottando o almeno ridimensionando quelli che erano i risultati di tale studio, lasciando intendere che il fumo passivo non aveva gravi conseguenze sulla salute degli individui. Quindi, fino al '99 ha negato che il fumo fa male, fino al '98 ingaggiava scienziati per nascondere i danni del fumo passivo(per approfondimenti vedi caso Lojacono).
4- Iniziative per la comunità: “Le aziende non operano in isolamento, dipendono dal contesto in cui sono inserite e ne subiscono l'influenza. Per le aziende è importante investire nel benessere a lungo termine delle comunità di cui fanno parte.”
Inizialmente sotto il nome di Philip Morris , oltre i tabacchi, andavano anche tutti i prodotti commerciali di tipo alimentare. Come ogni multinazionale che si rispetti, il crescere del potere e l’espandersi dell’azienda non ha fatto altro che incrementare sospetti circa l’operato in buona fede della stessa . Basta pensare ai suoi metodi commerciali di profitto che sono andati ad intaccare l’economia di quei paesi in cui andavano sviluppandosi beni monolaterali. Un esempio è ciò che accaduto in paesi come Ghana, Nigeria, Camerun: questi paesi basavano più del 50% del volume delle loro esportazioni sulla produzione del cacao. Nel 2000 la PM ha presentato alla commissione europea una riforma sul cacao e i prodotti al cioccolato, in seguito approvata dal Parlamento Europeo che ha avuto come effetto l’arricchimento della multinazionale, con contemporaneo danno ad 11 milioni di persone che avevano come unica fonte di sopravvivenza il raccolto del cacao. Per non parlare di quanto la PM sia compromessa con il lavoro minorile nelle piantagioni di cacao dell’Africa Occidentale. La PM, proprio perché conscia del fatto che “ Per le aziende è importante investire nel benessere a lungo termine delle comunità di cui fanno parte” e di avere un simile background, non ha potuto far altro che utilizzare un piccolo stratagemma commerciale affinché l’immagine stessa della multinazionale non fosse ulteriormente screditata in sui vari raggi d’azione in cui si trovava ad operare ( addirittura si riscontrano testimonianze di persone che lavoravano per la PM, ma non nel campo del tabacco, le quali si vergognavano di rivelare che il loro lavoro andava sotto tale marchio).
Da simili precedenti nasce allora l’idea del movimento commerciale : La Philip Morris nel 2001 diventa Altria Group, Inc. Piccolo tentativo dell’azienda di assumere un nuovo ruolo sociale, dissociandosi da quella sempre più ostile opinione pubblica. Il nome PM resta dunque collegato solo al commercio del tabacco, lasciando al nuovo nome, Altria, tutto il resto…una sorta di fenice che rinasce dalle proprie ceneri. O almeno qualcosa del genere.
5- Fumo e salute : “Un messaggio chiaro e coerente:Il fumo di sigaretta crea dipendenza. Smettere di fumare può essere molto difficile,ma ciò non significa che i fumatori non debbano provarci.” (Finalmente dopo ennesimi scandali, milioni di morti causate dalle sigarette, anche LORO hanno avuto il decoro di ammettere l’inammisibile: IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE!!!)
A questo punto l’ALTRIA Group,Inc, la holding cui fa capo la PM negli USA, ha deciso di espandersi nel settore del tabacco da fiuto, acquistando per 10 miliardi e 400 milioni di dollari la UST, la più grande azienda di tabacco da fiuto. Come già precisato, negli ultimi decenni il consumo di sigarette è drasticamente diminuito nel nord del mondo. Oltre, quindi, a cambiare target di consumatori ( in questo caso il sud del mondo, oggi particolarmente incline ad accogliere i beni di mercato che sono stati per anni tipici dei paesi dove vige il capitalismo), il passo successivo al problema della dipendenza dalle sigarette, è stato quello di incrementare la vendita del tabacco da fiuto (il quale, se anche in misura nettamente minore, è comunque un buon candidato ad un secondo tipo di dipendenza, meno grave del primo, ma sicuramente scomodo attenuante per la salute). In seguito all’acquisto dell’UST, le campagne pubblicitarie sul tabacco da fiuto sono cresciute a dismisura in tutti quei paesi dove statisticamente andava a calare l’acquisto delle sigarette(naturalmente sud del mondo escluso).
6- Ricerca e sviluppo : “I nostri programmi di ricerca. “Lo sviluppo di prodotti che potrebbero ridurre gli effetti del fumo sulla salute è una delle nostre massime priorità. Da lungo tempo siamo attivi in questo campo e abbiamo condiviso le nostre scoperte sia con i responsabili della regolamentazione sul tabacco sia con i responsabili della salute pubblica”.
In un congresso americano del 14 aprile 1996 i big manager del tabacco confermarono” A mio parere la nicotina non dà assuefazione”.Di seguito è riportata l’intervista che ha fatto il giro del mondo, all’avvocato Clifford Douglas, il primo a scoprire gli”insider” , i chimici delle compagnie di tabacco.
Clifford Douglas
«Quando i 7 top manager delle compagnie del tabacco alzarono la mano e giurarono che secondo loro la nicotina non dà assuefazione più di una tazza di te, alcuni membri del congresso non sapevano ancora tutta la verità, ma io avevo dato ad alcuni di loro documenti che li misero in grado di fare domande imbarazzanti e raccogliere dichiarazioni che avrebbero in seguito dimostrato che i big manager non stavano dicendo la verità.»
D: Si sono accordati tra loro?
R: «Sì, nel 1972, ci fu in un incontro segreto nelle isole Martins nel quale uno dei principali scienziati della Philip Morris, dichiarò ai suoi colleghi delle altre compagnie che il fumo non esisterebbe senza nicotina e che la manipolazione della sigaretta non doveva tanto mirare al gusto ma ad aumentare la dipendenza. E in questi ultimi decenni hanno speso milioni di dollari per raggiungere questo fine.
Questi sono documenti altamente riservati del 1978 mostrano come gli avvocati di una compagnia del tabacco discutono di come tenere nascoste alcune informazioni e documenti. Questi per esempio erano tenuti in studi europei, e non negli Stati Uniti, proprio per evitare che venissero trovati.»
D: Come ha fatto ad entrare in possesso di questi documenti? Li ha rubati?
R: «Alcuni documenti erano quelli che le compagnie del tabacco dovevano mostrare alle corti di giustizia ma erano vincolate dal segreto. Qualcuno da dentro ha violato questo segreto... facendo sapere della loro esistenza. Questo è estremamente illegale ma è una forma di disubbidienza civile che ha permesso di scoprire tante verità. Altri documenti segreti mi arrivavano direttamente a casa o alle associazioni per la tutela della salute... Probabilmente perché ai tempi ero l'unico avvocato che lavorava sul tabacco. E fu per questo probabilmente che mi contattò "Tosse profonda".»
-- Tosse profonda, il nome in codice del primo informatore, un insider come vengono chiamati quelli che lavoravano per le compagnie del tabacco. --
D: Chi è tosse profonda?
R: «Ah, non glielo posso dire. Ci sono soltanto sei persone che conoscono la sua identità... Le posso dire soltanto che era un ricercatore della RJ Reynolds. Era turbato per quello che i suoi ex datori di lavoro stavano dicendo. Ma aveva anche molta paura. Tosse profonda disse una cosa che ai tempi, sentirla, fu impressionante.. Ovvero che le sigarette vengono manipolate per aumentare la dipendenza. Grazie a queste persone adesso siamo a conoscenza del fatto che le compagnie del tabacco sapevano che il fumo dà assuefazione e che avevano una tecnologia avanzata che permetteva loro di manipolare le sigarette. E che avevano due possibilità: una era di rendere le sigarette più sicure, due: di manipolarle al punto da rendere i fumatori più dipendenti dal vizio. E loro hanno deciso per questa seconda strada.»
-- Quel giuramento ha attivato una reazione a catena, suscitando delle crisi di coscienza ad alcuni ricercatori delle compagnie del tabacco americane. La reazione di alcuni di loro fu quella di svelare scottanti verità. Uno di questi oggi vive in California, 50 chilometri a sud di Los Angeles e William Farone, chimico, direttore della ricerca applicata per sette anni alla Philip Morris. Quando nel 1996 la food and drug amministration contattò il dottor Farone lui avrebbe potuto tacere o meglio ancora testimoniare nei processi a favore della compagnia per cui lavorava, come fanno altri suoi colleghi. --
Clifford Douglas
«Quando i 7 top manager delle compagnie del tabacco alzarono la mano e giurarono che secondo loro la nicotina non dà assuefazione più di una tazza di te, alcuni membri del congresso non sapevano ancora tutta la verità, ma io avevo dato ad alcuni di loro documenti che li misero in grado di fare domande imbarazzanti e raccogliere dichiarazioni che avrebbero in seguito dimostrato che i big manager non stavano dicendo la verità.»
D: Si sono accordati tra loro?
R: «Sì, nel 1972, ci fu in un incontro segreto nelle isole Martins nel quale uno dei principali scienziati della Philip Morris, dichiarò ai suoi colleghi delle altre compagnie che il fumo non esisterebbe senza nicotina e che la manipolazione della sigaretta non doveva tanto mirare al gusto ma ad aumentare la dipendenza. E in questi ultimi decenni hanno speso milioni di dollari per raggiungere questo fine.
Questi sono documenti altamente riservati del 1978 mostrano come gli avvocati di una compagnia del tabacco discutono di come tenere nascoste alcune informazioni e documenti. Questi per esempio erano tenuti in studi europei, e non negli Stati Uniti, proprio per evitare che venissero trovati.»
D: Come ha fatto ad entrare in possesso di questi documenti? Li ha rubati?
R: «Alcuni documenti erano quelli che le compagnie del tabacco dovevano mostrare alle corti di giustizia ma erano vincolate dal segreto. Qualcuno da dentro ha violato questo segreto... facendo sapere della loro esistenza. Questo è estremamente illegale ma è una forma di disubbidienza civile che ha permesso di scoprire tante verità. Altri documenti segreti mi arrivavano direttamente a casa o alle associazioni per la tutela della salute... Probabilmente perché ai tempi ero l'unico avvocato che lavorava sul tabacco. E fu per questo probabilmente che mi contattò "Tosse profonda".»
-- Tosse profonda, il nome in codice del primo informatore, un insider come vengono chiamati quelli che lavoravano per le compagnie del tabacco. --
D: Chi è tosse profonda?
R: «Ah, non glielo posso dire. Ci sono soltanto sei persone che conoscono la sua identità... Le posso dire soltanto che era un ricercatore della RJ Reynolds. Era turbato per quello che i suoi ex datori di lavoro stavano dicendo. Ma aveva anche molta paura. Tosse profonda disse una cosa che ai tempi, sentirla, fu impressionante.. Ovvero che le sigarette vengono manipolate per aumentare la dipendenza. Grazie a queste persone adesso siamo a conoscenza del fatto che le compagnie del tabacco sapevano che il fumo dà assuefazione e che avevano una tecnologia avanzata che permetteva loro di manipolare le sigarette. E che avevano due possibilità: una era di rendere le sigarette più sicure, due: di manipolarle al punto da rendere i fumatori più dipendenti dal vizio. E loro hanno deciso per questa seconda strada.»
-- Quel giuramento ha attivato una reazione a catena, suscitando delle crisi di coscienza ad alcuni ricercatori delle compagnie del tabacco americane. La reazione di alcuni di loro fu quella di svelare scottanti verità. Uno di questi oggi vive in California, 50 chilometri a sud di Los Angeles e William Farone, chimico, direttore della ricerca applicata per sette anni alla Philip Morris. Quando nel 1996 la food and drug amministration contattò il dottor Farone lui avrebbe potuto tacere o meglio ancora testimoniare nei processi a favore della compagnia per cui lavorava, come fanno altri suoi colleghi. --
I suoi ex colleghi che testimoniano a favore delle compagnie del tabacco ricevoino consistenti somme di "ringraziamento" per la fedeltà verso la compagnia, a detta di William Farone. Gli insider finiscono con l'avere spesso problemi professionali e quasi nessuno è riuscito a rientrare in attività nel campo della chimica. Il dott. Farone è riuscito comunque a creare una sua attività imprenditoriale perchè, come ha dichiarato, non ha clienti legati alla PM.
Segue intervista al Dott. William Farone:
William Farone
«Hanno fatto un prodotto per distribuire una droga, concepito perché la gente la assimili. una droga che però passa attraverso uno strumento che fa male. Le faccio un paragone: alcune persone si drogano iniettandosi la cocaina usando un ago pulito, nel caso del tabacco la gente fuma per inalare nicotina che entra nei polmoni insieme a sostanze cancerogene. è come se si usasse un ago sporco.»
-- Il dottor Farone mostra le manipolazioni utilizzate al solo fine di aumentare la dipendenza. Come l'aggiunta di cacao che libera, con la combustione del tabacco, un alcaloide che si chiama teobromina e che ha un effetto broncodilatatore. --
«Sì, è stato così... ma bisogna fare attenzione, perché inizialmente il cacao e la liquirizia vennero aggiunti per migliorare il sapore. Si sapeva ma in modo marginale dei loro effetti. Ma quando si è capito non è stato detto a nessuno. E sono stati aumentati i dosaggi.»-- Nel 1996, agli investigatori della fda il dr mostra i documenti in cui si descrive nel dettaglio come veniva studiata la dipendenza dalla nicotina nei laboratori della Philip Morris. Due ricercatori che lavoravano per lui provarono scientificamente quel che fino allora era solo teoria. --
«Hanno fatto un test sui topi, che erano indotti a schiacciare un bottone tutte le volte che volevano la nicotina. I topi si usano anche per studiare la dipendenza dalle altre droghe. Se una sostanza dà assuefazione a un topo ci sono alte probabilità che ciò avvenga anche nell'uomo.»
D: La Philip Morris aveva la possibilità di ridurre la nicotina dalle sigarette?
R: «Ovviamente sì, crearono un prodotto che non ne aveva. si chiamava next, lanciato su l mercato agli inizi degli anni 90. Ma non ha incontrato i favori del pubblico. e questo è ovvio: chi vuole fumare soltanto per ingerire fumo?! è chiaro che si fuma per il bisogno di nicotina! Questo è un documento PM, da questo grafico si può vedere che più ammoniaca si aggiunge al tabacco più sale il rapporto tra catrame e nicotina. NON serve, insomma, aggiungere nicotina, ci sono varietà di tabacco anche manipolato che ne hanno già molta, ma si possono usare sostanze che ne facilitano la fuoriuscita e quindi l'assimilazione, come l'ammoniaca.»
-- Questo documento esce dalle stanze segrete dell'RJR .Si faceva di tutto per scoprire perché la Marlboro vendeva di più. --
«Negli anni 70 la Brown & Williamson e la R.J Reynolds si misero a studiare la Marlboro, scientificamente, perché stava diventando la sigaretta più popolare. e scoprirono l'esistenza del cacao, della liquirizia e dell'ammoniaca... E aggiunsero alle loro sigarette più cacao, liquirizia e ammoniaca. Qui si può vedere che tutti i prodotti Philip Morris che avevano la nicotina che si libera più facilmente nel corpo vendevano di più. E si può vedere che la Winston, per esempio, dove la nicotina si liberava meno facilmente aveva meno fortuna sul mercato.»
-- Un documento che dimostra prima di tutto che le industrie del tabacco sapevano, e sanno, dell'importanza della nicotina per le loro tasche. --
D: Quando lei era alla Philip Morris aveva trovato un sistema per ridurre i rischi per la salute che non è stato applicato?
R: «Non l'hanno fatto. E' corretto dirlo.»
D: Cosa avrebbero potuto fare?
R: «Tra le sostanze cancerogene tipiche della combustione del tabacco ci sono le nitrosammine.. Si uniscono all'azoto e reagiscono con la nicotina ed altri alcaloidi; l'associazione di queste tre sostanze forma un composto che si chiama "NNK", altamente cancerogeno. Riducendo l'azoto l'nnk non si forma. La tecnologia per farlo esiste, esisteva anche allora, quando io proposi lo studio. Ma loro non lo fecero, perché la ritenevano una procedura troppo costosa!»
Brisia
1 commento:
nooooooooo Milka e Osella???
O CAZZZOOOOOOOOOOOOOOOO
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