mercoledì 21 novembre 2007

Zingara....




29 Luglio 2007, Palermo, località: Isola delle Femmine

Da Repubblica.it del 30 luglio 2007:

Emanuele stava giocando sulla spiaggia di Isola delle Femmine (comune a tre chilometri da Palermo), era il tardo pomeriggio di sabato. Una donna nomade si è avvicinata a lui, gli ha sorriso, lo ha abbracciato, poi lo ha nascosto sotto la gonna lunga quasi fino ai piedi. Emanuele non ha fiatato, è rimasto in silenzio e la donna ha cercato di raggiungere rapidamente l'uscita dello stabilimento balneare provando a portarlo via con sé.Ma una bagnante che ha assistito alla scena si è messa a urlare e, stando alla ricostruzione di alcuni testimoni, ha aiutato il bambino a liberarsi. La nomade è sfuggita, mentre altri bagnanti hanno cominciato a rincorrerla ma senza riuscire a fermarla. L'hanno presa, pochi minuti dopo, i carabinieri della stazione del paese: stava provando a nascondersi nei pressi di un passaggio a livello alle porte di Capaci. Fosse stata bloccata sulla spiaggia avrebbe rischiato il linciaggio.Condotta in caserma, la donna, una rumena di 45 anni che farebbe base in un campo nomadi del Trapanese, è rimasta con la bocca chiusa. Da ieri è in una cella del carcere palermitano di Pagliarelli. Su di lei pesa l'accusa pesantissima di tentato sequestro e sottrazione di minore.I bagnanti e gli addetti al salvataggio del lido del ferroviere, lo stabilimento dov'è avvenuto il tentato rapimento, raccontando di almeno due uomini e un'altra donna che erano con lei: una seconda nomade che girava fra le sedie a sdraio, un ragazzo con l'organetto, probabilmente incaricato di distrarre i bagnanti, e un basista(ossia un palo! NDR Big S) che aspettava in strada a bordo di un'auto blu di grossa cilindrata.Ieri al lido del ferroviere non c'era bambino che non fosse tallonato da almeno un adulto. "Abbiamo avuto paura e ne abbiamo ancora", è la sensazione comune espressa dai bagnanti. Anche perché l'incubo del rapimento dei bambini, soprattutto in vacanza, soprattutto d'estate è presente da quando, il primo settembre di tre anni fa, a Mazara del Vallo è sparita nel nulla la piccola Denise Pipitone. Al momento del probabile rapimento, pure lei aveva tre anni. La stessa età che aveva Angela Celentano quando, il 10 agosto del 1996, scomparve sul monte Faito, in Campania, dov'era andata in gita con i genitori.

Una storia struggente quanto agghiacciante, che mette l'accento su un problema più che attualissimo, ma soprattutto giustifica in un certo qual modo le tante paure che si hanno nel bel paese nei riguardi della criminalità Rom (o Romena, questo non è dato saperlo) che sembra entrata oramai in un crescente climax che non accenna a discendere.
Si, PECCATO SIA FALSA!
Cioè, per essere precisi, le accuse sollevate e quindi il fatto in se, non sussiste, ma l'iter giudiziario attraversato dalla signora Rom, è più che reale(compresa la notte in carcere e le prime pagine dei giornali.
Per darvi un'idea di ciò che sto dicendo, quoto qui di seguito l'articolo apparso il giorno dopo sulla medesima testata web.

Da Repubblica.it del 31 Luglio 2007:
Il gip di Palermo Maria Elena Gamberini non ha convalidato il fermo di Maria Feraru, la nomade di 45 anni accusata di avere tentato di rapire, sabato scorso, un bambino di tre anni in un spiaggia della costa palermitana. Il provvedimento era stato disposto dai carabinieri della Compagnia di Carini. Il magistrato ha disposto la scarcerazione immediata della donna.Era stato lo stesso pm, Ennio Petrigni a chiedere la remissione in libertà della donna, dopo che questa mattina la testimone chiave dell'episodio aveva ritrattato le accuse.La donna, che in un primo momento, aveva affermato di avere visto la romena tentare di rapire il bambino di 3 anni nascondendolo sotto l'ampia gonna, nell'interrogatorio di oggi ha cambiato versione. Ha dichiarato di non essere più sicura del tentativo di sequestro ma che, probabilmente, la romena si stava solo abbassando per raccogliere qualcosa da terra e in quel frangente il bambino si sarebbe trovato impigliato nella sua gonna(più tardi si chiarirà che il bambino stava cercando di correre verso l'uscita dello stabilimento e la signora Feraru lo voleva fermare. NDR Big S).

Che dire?
Innanzitutto vorrei aggiungere alcune parole del Gip: "La donna è stata vittima di psicosi collettiva e del pregiudizio contro gli zingari" cosa poi confermata dalla teste stessa che ammette di essere "Terrorizzata dagli zingari". Povera testimone fantasma,ora finalmente anche la signora Feraru sarà terrorizzata dagli italiani.
Ma il Gip Maria Elena Gamberini non si ferma qui e continua dicendo: "Il gesto compiuto dalla nomade se posto in essere da una qualunque altra bagnante sarebbe stato interpretato quale manifestazione delle più varie intenzioni: dalle coccola verso il bambino al tentativo di fermarlo mentre correva verso la strada. La teste ha invece valutato la condotta della donna come un atto diretto di rapimento solo perché commesso da una zingara"
E c'è poco da aggiungere a quest'ultima frase, anche perchè a chi (ben)pensa che tutto ciò che è successo alla signora Maria potesse succedere ad un qualsiasi cittadino Italiano, vorrei chiedere:la Presunzione di innocenza in Italia funziona solo per Berlusconi?
Inoltre,sui giornali la storia è andata oltre: si è parlato di complici, di pali che stavano fuori ad aspettare, di Rom che distraevano la clientela...tutto falso.
Ma la storia più eclatante è stata quella del salvataggio del bambino ad opera di una bagnante,confermata non solo dalla bagnante stessa,ma anche dai molteplici testimoni!Tutto ciò liquidato con l'alibi di una psicosi collettiva figlia di un pregiudizio radicato.
Ma io mi chiedo: è mai possibile che non ci sia stato nessuno che in quegli attimi abbia visto i fatti in maniera oggettiva?E soprattutto nessuno che anche dopo l'accaduto si sia fatto un esame di coscienza e abbia pensato di dire le cose come realmente erano accadute?
Io per questo tipo di situazioni sono solito usare una sola parola, che non è "psicosi collettiva" o "pregiudizio" è qualcosa di più concreto e profondo: razzismo!
Ai benpensanti fischieranno le orecchie, e squoteranno la testa in segno di sdegno.
Ma cerchiamo di vedere le cose per quello che sono: mentre da una parte c'era una signora "dichiaratamente razzista" che gridava "Al lupo, al Lupo!!" e una madre vittima del suo stesso istinto di protezione; dall'altra abbiamo dei bagnanti che prendono per verità assodata un'allarme passato di bocca in bocca e non verificato ma dato per vero solamente perchè a compiere il fatto era la Rom di turno.

Che i Rom rapiscano i bambini,si sà, è una vecchia favoletta che si raccontava ai marmocchi per non farli allontanare di casa. E ogni persona sana di mente sa che la storia della Rom che rapisce il bambino all'interno del supermercato, è una leggenda metropolitana nata negli anni '90, che non trova riscontro in NESSUN fatto di cronaca dalla sua nascita ad oggi.

Ma chi lo spiega ai bagnanti di Isola delle Femmine?Ma soprattutto a quei milioni Italiani che credono veramente a queste storie?
Non è la prima volta che un immigrato Rom viene accusato di rapimento e poi rilasciato, e tali dicerie influenzano non solo i comportamenti dei cittadini, ma anche quelli delle autorità.
Ma come in questo caso, gli articoli di denuncia sono molteplici, mentre quelli di rettifica si contano sulla punta delle dita.

Si è parlato di psicosi collettiva, ma se a ritrattare non sono prima di tutto i mezzi di informazione, come possiamo pensare che lo facciano gli psicotici?

PACE!

Big S

Nessun commento:

DEVI ASSOLUTAMENTE VISITARE QUESTO BLOG: